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Global Fixed Income Bulletin
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novembre 17, 2025

Il rompicapo del 40%

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novembre 17, 2025

Il rompicapo del 40%


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Il rompicapo del 40%

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novembre 17, 2025

 
 

Il 1° ottobre è iniziato il blocco delle attività del governo federale che si è protratto per tutto il mese e fino a novembre. A parte le ricadute immediate sull’economia, le vittime principali sono state le informazioni: i dati da cui dipendono i mercati e policymaker per valutare lo stato dell’economia sono generalmente scomparsi dai radar.

Dei tre pilastri su cui gli investitori fanno affidamento per tastare il polso degli Stati Uniti – occupazione, inflazione e fiducia delle imprese – è arrivata solo la metà circa dei soliti indicatori. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) non ha mai pubblicato un rapporto sull’occupazione e il Bureau of Economic Analysis ha posticipato l’elaborazione dell’IPP, della PCE e del PIL. L’indice dei prezzi al consumo è stato pubblicato solo perché prima del blocco un piccolo team del BLS aveva finalizzato gli input necessari per indicizzare i benefici dei programmi previdenziali. Le indagini sulle imprese dell’Institute for Supply Management (ISM), che vengono compilate da un’agenzia privata, sono state tra i pochi dati di rilievo a raggiungere gli investitori in tempo.

Nonostante il blackout dei dati, i mercati hanno proseguito la loro attività, così come la Fed, muovendosi nel medesimo vuoto informativo. La Fed ha operato un secondo taglio dei tassi consecutivo di 25 pb, abbassando l’intervallo obiettivo al 3,75%-4,00%. Tuttavia, il presidente dell’istituto centrale, Jerome Powell si è espresso con toni particolarmente prudenti, spegnendo le aspettative di un ulteriore allentamento a breve termine e innescando una breve inversione del rialzo dei Treasury che aveva preceduto la riunione del FOMC del 29 ottobre. Ciò nonostante, i rendimenti dei Treasury decennali hanno chiuso il mese in ribasso di 7 punti base (pb) e la curva si è leggermente appiattita.

Con il blocco delle attività federali ancora in essere a fine mese, le prospettive si sono fatte ancor meno chiare. La tesi della Fed in favore di un allentamento monetario si basa sul presunto rallentamento dei mercati del lavoro, un’ipotesi al momento difficile da verificare. L’inflazione, benché più contenuta secondo i dati (in ritardo) riguardanti l’indice dei prezzi al consumo (IPC), rimane sopra il livello obiettivo. La banca centrale continua a operare servendosi delle proprie indagini e proiezioni, mentre gli indicatori del settore privato, come i dati di ADP sull’occupazione e quelli sul taglio dei posti di lavoro di Challenger, colmano solo in parte il divario. Ottobre è stato di fatto un “mese dai dati dimezzati” e se le difficoltà su questo fronte dovessero continuare, novembre potrebbe avvicinarsi a essere un mese con solo un 40% dei dati disponibile, offrendo a chi investe e ai policymaker una visibilità ancora minore rispetto a qualunque altro periodo a memoria recente.

In periodi come questo, un altro presidente Powell – cioè il generale Colin Powell – fornì indicazioni sempre valide per i processi decisionali in condizioni di incertezza:

“Usate la formula P = 40-70, dove P indica le probabilità di successo e i numeri la percentuale di informazioni acquisite… Quando le informazioni rientrano nell’intervallo da 40 a 70, affidatevi all’istinto”.

È un consiglio che la Fed – e i mercati – potrebbero trovare sempre più applicabile nelle settimane a venire.

In altre regioni, il problema della scarsità di informazioni non si è presentato. La maggior parte dei principali mercati obbligazionari sviluppati si è mossa sulla base di orientamento accomodante, come gli Stati Uniti, ad eccezione del Giappone, che rimane su un percorso restrittivo. La sovraperformance globale ha visto primeggiare il Regno Unito dove l’indebolimento dei dati e la rinnovata credibilità delle finanze pubbliche hanno spinto al ribasso di 29 pb i rendimenti dei Gilt decennali. Nell’Area Euro, i rendimenti sono scesi di 8 pb in Germania e di 15 pb in Italia, mentre la BCE ha mantenuto immutata la sua posizione. In Canada il taglio dei tassi di 25 pb ha riallineato il paese con il trend generalizzato di allentamento, anche se i funzionari della banca centrale hanno lasciato intendere che il ciclo potrebbe essere giunto al termine.

Il vuoto di dati è la peculiarità di ottobre: la Fed taglia i tassi in un clima di incertezza
Il blocco delle attività del governo statunitense ha creato un buco senza precedenti nei dati, privando i mercati e i policymaker della vista. La Fed ha comunque effettuato un secondo taglio di 25 pb, anche se i toni prudenti del suo presidente, Jerome Powell, hanno moderato le aspettative di un ulteriore allentamento a breve termine, con un lieve appiattimento della curva dei Treasury.

I mercati sviluppati sono stabili, ma le politiche sono sempre più divergenti
Di fronte al calo della fiducia dopo l’incontro del FOMC, i rendimenti globali hanno evidenziato una reazione contenuta. La curva statunitense si è irripidita, mentre di fronte all’indebolimento dei dati BCE, Banca d’Inghilterra e Banca del Canada hanno mantenuto invariata la politica monetaria. Il declassamento della Francia e la sovraperformance dei Gilt britannici hanno sottolineato le differenze a livello geografico. La nuova leadership del Partito Liberaldemocratico giapponese ha innescato un breve periodo di volatilità che è successivamente rientrato.

Il debito dei mercati emergenti in valuta locale e valuta forte guadagna terreno
Il debito dei mercati emergenti ha messo a segno rendimenti positivi, sostenuto dalla compressione degli spread e dalla forza delle valute locali in Cile, Indonesia, Perù e Sudafrica. Nel mese, gli afflussi sono rimasti consistenti, attestandosi a USD 4,6 mld,1 mentre la tornata elettorale in Argentina e la tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina hanno contribuito alla stabilità del clima di fiducia.

Credito societario a luci e ombre: alla resilienza degli utili fa da contraltare l’abbondanza dell’offerta
Gli spread del credito investment grade si sono leggermente allargati mentre le emissioni statunitensi hanno visto un’impennata sulla spinta dell’offerta legata all’intelligenza artificiale (IA) e alla spesa per investimenti. L’Europa ha sovraperformato. L’high yield ha accusato una flessione, risentendo della volatilità e dei crescenti timori dei consumatori, nonostante gli utili siano rimasti sostanzialmente solidi. I titoli convertibili hanno continuato a beneficiare del tema dell’IA, con emissioni che hanno toccato livelli record.

Il credito cartolarizzato e le emissioni municipali hanno sovraperformato in un quadro caratterizzato da robusti fattori tecnici
I titoli garantiti da ipoteche (MBS) di agenzia e il credito cartolarizzato hanno assistito a una leggera contrazione dei differenziali, sovraperformando le obbligazioni societarie mentre i fondamentali sono rimasti invariati. Il credito residenziale ha generato i guadagni migliori, mentre ABS e CMBS non hanno subito variazioni.

Le emissioni municipali soggette a imposizione fiscale tassabili hanno guadagnato l’1,08%, favorite da un’offerta contenuta, da un credito stabile e dal perdurare della domanda istituzionale.2

 
 
FIGURA 1
 
Performance degli attivi da inizio anno
 

Nota: performance espresse in USD. Fonte: Bloomberg. Dati al 31 ottobre 2025. Gli indici riportati hanno scopo puramente illustrativo e non intendono rappresentare la performance di alcun investimento specifico. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Per le definizioni degli indici si rimanda alla sezione successiva

 
 
FIGURA 2
 
Variazioni mensili delle valute rispetto al dollaro USA
 

Nota: per variazione positiva si intende l’apprezzamento della valuta nei confronti del dollaro USA. Fonte: Bloomberg. Dati al 31 ottobre 2025.

 
 
FIGURA 3
 
Principali variazioni mensili dei rendimenti e degli spread dei titoli decennali
 

Fonte: Bloomberg, JPMorgan. Dati al 31 ottobre 2025.

 
 

Prospettive per il mercato obbligazionario
Dopo il secondo taglio consecutivo dei tassi di 25 pb operato dalla Fed a ottobre, i mercati obbligazionari globali stanno attraversando una fase caratterizzata da maggiore incertezza. I toni restrittivi del presidente della Fed, Powell, hanno moderato le aspettative di un ulteriore allentamento a breve termine e con il blocco delle attività del governo statunitense che ha ritardato i principali comunicati sull’economia, la visibilità dei trend di crescita e inflazione rimane limitata. La Fed e i mercati stanno ora operando avvalendosi di informazioni parziali, aumentando il potenziale di volatilità a breve termine e rafforzando la necessità di puntare su flessibilità e selettività nei portafogli.

A livello globale, la maggior parte dei mercati obbligazionari sviluppati ha assunto un orientamento più accomodante, analogo a quello degli Stati Uniti, mentre il Giappone continua a perseguire una politica gradualmente restrittiva. Il Regno Unito ha registrato risultati superiori alle attese grazie al miglioramento della credibilità fiscale e a dati più deboli, mentre i rendimenti dell’Area Euro si sono mossi al ribasso in quanto la BCE ha mantenuto una politica monetaria invariata. In Canada il taglio dei tassi di 25 pb ha allineato il paese con il generalizzato trend di allentamento, anche se i funzionari della banca centrale hanno lasciato intendere la possibilità di una pausa. Queste politiche divergenti sostengono il mantenimento di un posizionamento di duration nel complesso neutrale, con posizioni selettive orientate all’irripidimento delle curve e opportunità di relative value a livello regionale, in particolare in Australia e Canada.

I mercati del credito continuano a beneficiare di fondamentali resilienti, sebbene valutazioni elevate e aumento delle emissioni giustifichino un approccio selettivo. Il credito investment grade offre un carry stabile e rischi di declassamento limitati, mentre le valutazioni high yield rimangono elevate ma supportate da utili solidi. I titoli cartolarizzati si confermano interessanti grazie alla solida performance delle garanzie e ai fattori tecnici favorevoli, in particolare tra gli MBS di agenzia e nel credito ipotecario residenziale, sebbene sia raccomandabile una certa prudenza per gli ABS sui prestiti al consumo e alcuni segmenti dei CMBS. I mercati emergenti continuano a proporre un’interessante combinazione costituita da elevati rendimenti reali e dinamiche positive determinate dalle riforme, mentre rimarrà fondamentale operare una differenziazione a livello di singoli paesi. Le emissioni municipali soggette a imposizione fiscale, sostenute da un’offerta contenuta e da una robusta domanda istituzionale, continuano a offrire un premio di rendimento interessante rispetto ai Treasury e alle obbligazioni societarie. I prestiti bancari, sostenuti dalla forte domanda di CLO e dalla limitata offerta di nuovi titoli, offrono un reddito interessante malgrado gli spread ridotti, anche se in un contesto caratterizzato dalle incertezze macroeconomiche l’aumento dei prezzi potrebbe limitarsi al valore intrinseco e la volatilità rimanere elevata.

Nel complesso, riteniamo che il carry e la generazione di reddito siano destinati a rimanere le principali dinamiche di performance obbligazionaria di qui a fine anno. La visibilità delle politiche monetarie è limitata e gli spread si avvicinano alle medie storiche. Di conseguenza, una selezione rigorosa dei titoli, la diversificazione settoriale e l’attenzione alla qualità saranno essenziali per gli investitori nel decidere come muoversi negli ultimi mesi del ciclo e durante la transizione verso il 2026.

Tassi d’interesse/Tassi di cambio dei mercati sviluppati

Rassegna mensile
A inizio ottobre i tassi d’interesse dei mercati sviluppati sono scesi, per poi risalire verso la fine del mese. Nei principali mercati, i rendimenti dei titoli decennali hanno chiuso il periodo sostanzialmente invariati, nonostante il perdurare dell’appiattimento della curva. All’inizio del mese, la propensione al rischio è aumentata poiché l’assenza di dati sugli Stati Uniti ha frenato sia la volatilità realizzata che quella implicita. L’IPC di settembre – l’unico dato importante diffuso – ha evidenziato un rallentamento dell’inflazione, aiutando l’S&P 500 a toccare nuovi massimi storici di fronte alle crescenti aspettative di un allentamento monetario.

La riunione del FOMC di ottobre si è rivelata il punto di svolta del mese. La Fed ha tagliato i tassi di 25 pb e ha annunciato l’intenzione di porre fine all’inasprimento quantitativo. Tuttavia, dopo le dichiarazioni inaspettatamente restrittive del presidente Powell – secondo il quale il taglio di dicembre non è affatto “un esito scontato” – il mercato ha modificato il numero di tassi scontati. I mercati ora stimano all’incirca una probabilità su tre di un altro taglio a dicembre, ridimensionando le aspettative rispetto alla quasi certezza di una settimana prima. I rendimenti dei Treasury decennali sono scesi brevemente sotto al 4% prima di risalire sopra a quel livello. Sul finire del mese, gli Stati Uniti hanno concluso accordi commerciali con importanti partner, tra cui Cina (dopo una breve escalation delle tensioni a inizio ottobre) e Corea del Sud.

In Europa, l’attenzione si è stata monopolizzata dalla Francia, dove la proposta del primo ministro Lecornu di sospendere la riforma pensionistica ha contribuito ad allentare le tensioni. Ciò nonostante, il declassamento del rating sovrano francese di S&P ad A+ – per via del persistente disavanzo e della frammentazione del panorama politico – ha rafforzato i timori sulla tenuta delle finanze pubbliche del paese. In tutta l’Area Euro, gli indici PMI di ottobre, in particolare quelli tedeschi, hanno fornito rassicurazioni sulla positiva fase di crescita. La BCE ha lasciato il tasso sui depositi al 2%, dichiarando che la politica monetaria à “adeguata” e sottolineando al contempo la propria dipendenza dai dati in un contesto di perdurante incertezza.

Nel Regno Unito, il rallentamento della crescita salariale e il calo dell’inflazione alimentare hanno spinto i mercati a riconsiderare il percorso della Banca d’Inghilterra e a rivedere al rialzo le probabilità di ulteriori tagli dei tassi prima della fine dell’anno. Sul fronte delle finanze pubbliche, i segnali giunti in vista della legge di bilancio autunnale, che include il rinnovato impegno a un consolidamento, hanno contribuito a ridurre i premi al rischio di bilancio e a sostenere la sovraperformance dei Gilt. Nel mese, il rendimento dei Gilt decennali è sceso di 27 pb.

In Giappone, l’elezione per la guida dell’LDP ha portato all’inattesa vittoria di Sanae Takaichi. I timori che i mercati avevano inizialmente nutrito circa l’espansione della spesa pubblica e le pressioni sull’indipendenza della Banca del Giappone sono rientrati dopo la formazione di una nuova coalizione LDP-Ishin.

I mercati valutari hanno rispecchiato il cambio di aspettative della Fed e le stime di fine mese. Il dollaro statunitense si è generalmente rafforzato dopo la riunione del FOMC, dai toni inaspettatamente restrittivi, e l’indice Bloomberg Dollar è salito dell’1,5%.3 La maggior parte delle valute principali ha perso terreno rispetto al biglietto verde, mentre le valute ad alto beta e quelle dei mercati emergenti con carry hanno generalmente sottoperformato.

Prospettive
Nei mercati sviluppati, Giappone escluso, manteniamo un posizionamento di duration neutrale, ma diversificato a livello di singoli mercati. Continuiamo a scorgere un valore relativo nei titoli di Stato australiani rispetto a quelli neozelandesi, anche se di recente abbiamo ridotto le posizioni di duration lunga in Canada e in Europa rispetto agli Stati Uniti. Negli Stati Uniti, manteniamo le posizioni steepener della curva nei Treasury, mentre abbiamo ridotto l’analoga esposizione ai Bund. Abbiamo inoltre incrementato le posizioni in TIPS sui break-even d’inflazione.

In Giappone, manteniamo posizioni lunghe nei break-even d’inflazione e abbiamo aumentato le posizioni corte nella duration in previsione di un’ulteriore normalizzazione dei rendimenti. Nel segmento valutario, manteniamo una posizione corta nel dollaro statunitense rispetto a un paniere di valute prevalentemente ad alto beta, in base alla nostra tesi secondo cui la recente forza del dollaro difficilmente proseguirà davanti alla convergenza tra le diverse politiche monetarie.

Tassi d’interesse/Tassi di cambio dei mercati emergenti

Rassegna mensile
A ottobre, il debito dei mercati emergenti ha generato rendimenti positivi sia nei segmenti in valuta forte che in quelli in valuta locale. Malgrado il leggero rafforzamento del dollaro statunitense, l’indice in valuta locale ha guadagnato terreno, favorito dall’apprezzamento del peso cileno, della rupia indonesiana, del sol peruviano e del rand sudafricano. Gli spread dei titoli di Stato e delle obbligazioni societarie si sono compressi, mentre il calo dei rendimenti dei Treasury USA – osservato dopo il taglio dei tassi da 25 pb della Fed – ha contribuito al contesto favorevole. In Argentina, le elezioni di metà mandato hanno portato a una vittoria decisiva per il partito del presidente Milei, rafforzandone il mandato politico. Nel frattempo, Washington e Pechino hanno siglato una tregua commerciale in base alla quale gli Stati Uniti hanno ridotto i dazi portandoli a un livello medio del 47% e la Cina ha accettato di aumentare le importazioni di soia, sospendere le restrizioni all’esportazione di terre rare per un anno e imporre controlli più severi sul traffico di fentanil. A ottobre, la classe di attivo ha continuato a godere di una forte domanda, con afflussi netti per USD 4,6 miliardi, tra cui USD 1,7 miliardi in valuta forte e USD 2,9 miliardi in valuta locale.4

Prospettive
I fondamentali dei mercati emergenti restano solidi e sono sostenuti dalla prosecuzione delle iniziative di riforma in atto in molti paesi e da saldi macro generalmente molto buoni. Le valutazioni si confermano interessanti, soprattutto nei mercati locali, dove le valute appaiono sottovalutate e i differenziali di rendimento reali rispetto ai mercati sviluppati rimangono appetibili. Il contesto più in generale è favorevole e l’aspettativa di un indebolimento del dollaro statunitense, sia per il perdurare di un’elevata spesa pubblica e sia per le politiche monetarie accomodanti, sostiene la domanda di attivi dei mercati emergenti da parte degli investitori. Ciò detto, riteniamo probabile che la performance rimanga differenziata, rendendo i fondamentali a livello di singolo paese e la direzione delle politiche le determinanti chiave del valore relativo.

Credito societario

Rassegna mensile
A ottobre, il credito investment grade ha archiviato un altro mese positivo, grazie a fondamentali solidi, utili resilienti e una costante domanda di carry, anche se il clima di fiducia si è raffreddato in seguito ad alcuni sviluppi idiosincratici e alle aspettative di un aumento dell’offerta legata all’intelligenza artificiale e alla spesa per investimenti negli Stati Uniti. Gli spread IG globali hanno chiuso in rialzo di 2 pb, con i titoli IG statunitensi in sottoperformance (+4 pb a +78 pb) e quelli europei in sovraperformance (-2 pb a +77 pb).5 Negli Stati Uniti, i titoli finanziari e industriali hanno evidenziato un leggero allargamento, mentre in Europa, quelli industriali, in particolare per i settori automobilistico, abitativo e delle vendite in dettaglio, hanno registrato i migliori guadagni. Il settore bancario ha sovraperformato, mentre quello assicurativo è stato il fanalino di coda. I titoli finanziari subordinati e quelli ibridi hanno accusato una lieve contrazione. Gli utili del 3° trimestre hanno mostrato una generale resilienza: le banche continuato a registrare ottimi ricavi e una buona capacità di controllare i costi, con un contenuto peggioramento del credito, mentre i titoli non finanziari hanno generalmente superato le attese. Le attività di M&A sono rimaste consistenti, soprattutto negli Stati Uniti, con operazioni di grande portata nei settori utility, bevande e banche e un notevole fermento nelle telecomunicazioni europee. Il quadro tecnico è rimasto positivo in Europa, dove nuove emissioni per EUR 48 miliardi sono state bene assorbite (EUR 648 miliardi da inizio anno, pari a +8% su base annua), mentre negli Stati Uniti l’elevata offerta (USD 161 miliardi, valore record per ottobre; USD 1,51 miliardi da inizio anno, pari a +6% su base annua) ha pesato leggermente sugli spread mentre gli afflussi sono rimasti vigorosi.6

A ottobre la performance dei mercati high yield statunitensi e globali ha rallentato di fronte a un aumento della volatilità. I timori circa la resilienza della spesa dei consumatori a più basso reddito, le nuove tensioni commerciali con la Cina e i toni inaspettatamente restrittivi del presidente della Fed Jerome Powell hanno pesato sul clima di fiducia. Le emissioni primarie hanno frenato bruscamente su base mensile, pur ritornando a livelli normali per il periodo, e la domanda retail per il leveraged credit si è attenuata. La dispersione dei mercati è aumentata in concomitanza con un modesto aumento del tasso di crediti distressed, dovuto a una maggiore differenziazione tra emittenti e settori.

A ottobre, le obbligazioni convertibili globali hanno archiviato un altro mese di ottime performance, favorite dal vigore delle emissioni e dal costante interesse degli investitori, malgrado l’elevata volatilità dovuta alle rinnovate tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e alle dichiarazioni restrittive della Fed. Ancora una volta, i rendimenti sono stati trascinati dai temi dell’IA e della tecnologia che negli ultimi mesi hanno fatto la parte del leone. La classe di attivo ha sottoperformato l’azionario globale, ma ha sovraperformato l’obbligazionario tradizionale. Sul mercato primario l’attività è rimasta forte, con emissioni per USD 11,7 miliardi a ottobre (circa 2,5 volte il normale totale mensile), portando l’offerta da inizio anno a USD 137,5 miliardi e facendo compiere al mercato un altro passo verso un anno record.7

Prospettive
Mentre l’anno volge al termine, confermiamo un prudente ottimismo per il credito investment grade, aspettandoci un quadro di crescita moderata, con pochi declassamenti o un ridotto rischio di insolvenza. I fondamentali societari sono forti, sostenuti da bilanci prudenti e da una gestione disciplinata dell’indebitamento, mentre i fattori tecnici restano favorevoli nonostante l’abbondanza di emissioni e la consistente attività di M&A, in particolare nei settori statunitensi della tecnologia e dell’IA. Manteniamo un orientamento di duration neutrale e, di fronte alle mutevoli dinamiche della domanda e dell’offerta, continuiamo a preferire gli steepener della curva. Sebbene il carry rimanga la principale fonte di rendimento, la compressione degli spread e la possibilità che le rettifiche apportate alle politiche monetarie dalle banche centrali generi volatilità depongono a favore della selettività. Preferiamo gli emittenti con fondamentali solidi, bassa ciclicità e flussi di liquidità resilienti, in particolare nelle aree geografiche in cui le politiche restano favorevoli e il rischio per le finanze pubbliche è contenuto.

Entriamo nell’ultimo trimestre con prospettive leggermente migliori, ma ancora prudenti, sul credito high yield. Anche se il picco della volatilità dovuto alle tensioni sugli scambi commerciali sembra essere ormai alle spalle e il quadro della crescita economica resta favorevole, il peggioramento dei dati sul lavoro e i segnali di stanchezza sul versante dei consumi invitano alla prudenza. L’IPC di settembre ha sorpreso al ribasso e gli utili societari sono stati generalmente resilienti, ma le valutazioni restano contenute- Gli spread si attestano a circa 30 pb sopra i livelli toccati dopo la grande crisi finanziaria, nonostante il rendimento all-in rimanga interessante se valutato in ottica storica. Ci aspettiamo un contesto di crescita più lenta ma comunque positiva, accompagnata da un’inflazione moderatamente persistente. In questo contesto, i fondamentali del credito restano solidi, ma i rischi presenti indicano che la selettività è essenziale, tanto più che buona parte degli sviluppi positivi sembra essere già stata scontata.

Mentre l’anno si avvicina alla sua conclusione, manteniamo un orientamento ottimista circa i fondamentali delle obbligazioni convertibili. Sebbene le incertezze sul fronte commerciale e politico si siano leggermente attenuate, la presenza di dati economici contrastanti – tra cui una più lenta crescita dell’occupazione e una maggiore stabilità dei prezzi al consumo – disegna un quadro di crescita più moderata, ma ancora positiva, con perduranti pressioni inflazionistiche. La classe di attivo continua a presentare un’interessante asimmetria, anche se con il rafforzamento dei mercati azionari l’aumento dei delta l’ha resa più sensibile all’azionario. Riteniamo che ciò giustifichi un approccio selettivo, incentrato su strutture bilanciate e convesse in cui le valutazioni offrono ancora opzioni favorevoli per i gestori attivi.

Prodotti cartolarizzati

Rassegna mensile
A ottobre, il credito cartolarizzato ha conseguito buoni risultati con un modesto restringimento degli spread e il settore ha sovraperformato la maggioranza dei mercati obbligazionari, in particolare quelli delle obbligazioni societarie IG e HY. Gli spread degli MBS di agenzia rispetto ai Treasury si sono ridotti di 2 pb a +124 pb e l’indice degli MBS di agenzia statunitensi ha reso lo 0,86%, allungando a sei mesi la serie di extra-rendimenti positivi. Le posizioni in MBS della Fed sono calate di USD 16 miliardi a USD 2.060 miliardi, mentre quelle delle banche statunitensi sono salite leggermente a USD 2.710 miliardi e dovrebbero ulteriormente aumentare di fronte a un allentamento dei vincoli di capitale.8 I gestori monetari sono rimasti i principali acquirenti, favoriti da valutazioni interessanti. Gli spread di RMBS, ABS e CMBS non di agenzia si sono ridotti di 0-5 pb per effetto della stabilità dei fondamentali e della gestibilità della performance del credito. Gli RMBS hanno beneficiato delle buone condizioni dei bilanci familiari, della solidità del patrimonio immobiliare e del livello contenuto delle morosità malgrado i volumi di originazione ridotti. Tra gli ABS, l’aumento della morosità tra i debitori a basso reddito rimane contenuto, mentre la performance dei CMBS è stata disomogenea. I centri direzionali di Classe B hanno sottoperformato, ma questo è stato compensato dal vigore del segmento logistico, delle abitazioni plurifamiliari e delle strutture ricettive di fascia alta.

Gli spread dei titoli cartolarizzati europei sono rimasti sostanzialmente invariati e si confermano più ristretti rispetto a quelli statunitensi comparabili, determinando una graduale rotazione verso le opportunità offerte negli Stati Uniti. Nel complesso, il credito cartolarizzato ha continuato a beneficiare di fondamentali stabili, di una buona performance delle garanzie e di un quadro tecnico solido, mentre le emissioni di ABS (USD 40,4 miliardi), CMBS (USD 17,3 miliardi) e RMBS (USD 19,4 miliardi) sono rimaste sostanzialmente invariate.9

Prospettive
Ci aspettiamo che gli spread degli MBS di agenzia statunitensi siano destinati a restringersi ulteriormente perché le interessanti valutazioni relative attraggono afflussi da banche e investitori orientati al valore. Anche se parte di questo assestamento si è verificato nel mese ottobre, riteniamo possibile un ulteriore margine di compressione degli spread man mano che la Fed si avvicinerà alla fine del ciclo di tagli dei tassi nel 2026. È probabile che nel credito cartolarizzato più in generale gli spread si mantengano vicini ai livelli attuali, poiché da inizio anno la curva del credito si è notevolmente appiattita, lasciando poco spazio a un ulteriore compressione in assenza di un rally più pronunciato tra gli MBS di agenzia.

Ci attendiamo che i rendimenti a breve termine vengano sostenuti principalmente dal carry e che i rendimenti potenziali di tutto il settore rimangano interessanti. I tassi elevati continuano a esercitare pressioni sui bilanci delle famiglie, causando difficoltà tra i debitori a basso reddito nel segmento degli ABS al consumo, mentre l’immobiliare commerciale rimane penalizzato dagli elevati costi di finanziamento malgrado un parziale allentamento. Al contrario, il credito ipotecario residenziale rimane il nostro settore preferito, poiché presenta fondamentali solidi e rendimenti corretti per il rischio positivi, in particolare nelle tranche a più alto rendimento. Nel complesso, le valutazioni degli MBS di agenzia rimangono interessanti sia rispetto alle obbligazioni societarie investment grade sia rispetto alle medie storiche, a conferma del nostro giudizio positivo sul settore.

Emissioni municipali soggette a imposizione fiscale

Rassegna mensile
A ottobre le emissioni municipali soggette a imposizione fiscale hanno guadagnato l’1,08%, portando i rendimenti da inizio anno al 7,58%. La performance è stata leggermente inferiore a quella delle emissioni municipali esentasse (+1,24%), ma resta molto buona rispetto ad altri settori obbligazionari, superando quella dei Treasury (+0,80%) e delle obbligazioni societarie investment grade (+0,92%). Le emissioni municipali soggette a imposizione fiscale a lunga scadenza (+1,40%) hanno sovraperformato quelle a media scadenza (+0,62%) in seguito a un leggero appiattimento dovuto al clima rialzista, mentre i rendimenti dei Treasury quinquennali e trentennali sono calati rispettivamente di 3 e 6 pb. I guadagni di inizio mese sono il riflesso del peggioramento dei dati occupazionali che ha controbilanciato le aspettative di una persistente inflazione. L’indice Bloomberg Taxable Municipal ha chiuso il mese con un rendimento del 4,78%, cioè circa 85-90 pb sopra i Treasury con duration analoga e 20-25 pb sopra le obbligazioni societarie con rating simile.10 Gli spread si sono leggermente ristretti perché gli investitori hanno continuato a prediligere prodotti con spread di qualità elevata, evidenziandone l’ottimo valore relativo e la stabilità della domanda.

Prospettive
Nonostante il secondo taglio consecutivo dei tassi da 25 pb operato dalla Fed nel mese di ottobre, i toni restrittivi del presidente della banca centrale, Jerome Powell, hanno smorzato l’ottimismo del mercato, lasciando incertezza in merito a una possibile decisione a dicembre. La scarsa disponibilità di dati durante il blocco delle attività del governo federale ha costretto gli investitori ad appoggiarsi agli indicatori messi a disposizione da fornitori privati che tracciano uno scenario a luci e ombre, dove il quadro occupazionale si intreccia a un’inflazione persistente. A novembre la ripresa del flusso di dati dovrebbe chiarire il contesto macro e contribuire a ridefinire le aspettative sul versante della crescita e delle politiche monetarie.

Sebbene il mutare delle attese sui tassi possa creare volatilità nel breve termine, gli elevati rendimenti assoluti, l’offerta contenuta e i la resilienza dei fondamentali creditizi presentano un contesto favorevole per le emissioni municipali soggette a imposizione fiscale. Il settore continua a offrire notevoli vantaggi in termini di rendimento rispetto ai Treasury e alle obbligazioni societarie e la costanza della domanda istituzionale dovrebbe mantenere le valutazioni stabili fino alla fine dell’anno.

 
 

1 Fonte: J.P. Morgan, al 31 ottobre 2025
2 Fonte: Bloomberg, al 31 ottobre 2025
3 Fonte: Bloomberg, al 31 ottobre 2025
4 Fonte: J.P. Morgan, al 31 ottobre 2025
5 Fonte: Bloomberg, al 31 ottobre 2025
6 Fonte: Bloomberg, al 31 ottobre 2025
7 Fonte: Bank of America, 31 ottobre 2025
8 Fonte: Bloomberg, al 31 ottobre 2025
Fonte: Bloomberg, al 31 ottobre 2025
10Fonte: Bloomberg, al 31 ottobre 2025

 
 
 
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La
diversificazione non garantisce che verranno generati utili e non protegge dalle perdite in una fase di rallentamento del mercato.

Non vi è alcuna garanzia che l’obiettivo d’investimento del portafoglio sarà raggiunto. I portafogli sono esposti al rischio di mercato, ovvero alla possibilità che il valore di mercato dei titoli detenuti dal portafoglio diminuisca e che il valore delle azioni del portafoglio sia conseguentemente inferiore all’importo pagato dall’investitore per acquistarle. I valori di mercato possono cambiare quotidianamente a causa di eventi economici e di altro tipo (ad es. catastrofi naturali, crisi sanitarie,  È difficile prevedere le tempistiche, la durata e i potenziali effetti negativi (ad esempio la liquidità del portafoglio) degli eventi. Di conseguenza, l’investimento in un portafoglio può comportare una perdita per l’investitore. I titoli obbligazionari sono soggetti alla capacità dell’emittente di rimborsare puntualmente capitale e interessi (rischio di credito), alle variazioni dei tassi d’interesse (rischio di tasso d’interesse), al merito di credito dell’emittente e alle condizioni generali di liquidità del mercato (rischio di mercato). In un contesto di tassi d’interesse in rialzo, i prezzi obbligazionari possono calare e dar luogo a periodi di volatilità e a maggiori richieste di rimborso. In un contesto di calo dei tassi d’interesse, il portafoglio potrebbe generare un reddito inferiore. I titoli con scadenze più lunghe possono essere maggiormente sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse. Determinati titoli di Stato americani acquistati dalla strategia, come quelli emessi da Fannie Mae e Freddie Mac, non sono garantiti dal “full faith and credit” (piena fiducia e credito) degli Stati Uniti. È possibile che in futuro questi emittenti non dispongano dei fondi per onorare i propri obblighi di pagamento. I prestiti bancari quotati sono soggetti al rischio di liquidità e ai rischi di credito tipici dei titoli con rating inferiori. Le obbligazioni high yield (dette anche “junk bonds”) sono titoli con rating inferiori che possono comportare livelli più elevati di rischio di credito e di liquidità. I titoli di debito sovrani sono soggetti al rischio di insolvenza. I titoli garantiti da ipoteche e da collaterale sono esposti al rischio di rimborso anticipato e a un più elevato rischio d’insolvenza e possono essere difficili da valutare e vendere (rischio di liquidità). Sono altresì soggetti ai rischi di credito, di mercato e di tasso d’interesse. Il mercato valutario è estremamente volatile e i suoi prezzi sono influenzati da diversi fattori, tra cui la dinamica della domanda e dell’offerta di una determinata valuta, il commercio, i programmi e le politiche fiscali, monetarie e di controllo della valuta nazionale o estera e le variazioni dei tassi d’interesse nazionali ed esteri. Gli investimenti nei mercati esteri comportano rischi specifici, quali rischi di cambio, politici, economici e di mercato. Investire nei mercati emergenti comporta rischi maggiori che investire nei mercati esteri in generale. Gli strumenti derivati possono amplificare le perdite in maniera sproporzionata e incidere significativamente sulla performance. Inoltre possono essere soggetti a rischi di controparte, di liquidità, di valutazione, di correlazione e di mercato. I titoli vincolati e illiquidi possono essere più difficili da vendere e valutare rispetto a quelli quotati in borsa (rischio di liquidità). A causa della possibilità che i rimborsi anticipati alterino i flussi di cassa sulle collateralized mortgage obligation (CMO), non è possibile determinare in anticipo la relativa data di scadenza finale o la vita media. Inoltre, il portafoglio potrebbe subire perdite qualora le garanzie collaterali sulle CMO o eventuali garanzie di terzi fossero insufficienti per onorare i pagamenti.

DEFINIZIONI
Punto base (pb):
un punto base = 0,01%.

DEFINIZIONI DEGLI INDICI
Gli indici utilizzati nel presente rapporto non rappresentano la performance di un investimento specifico e non comprendono spese, commissioni o oneri di vendita, che ridurrebbero la performance. Gli indici riportati non sono gestiti e non sono strumenti investibili. Non è possibile investire direttamente in un indice.

Il marchio “Bloomberg®” e l’indice o gli indici Bloomberg utilizzati sono marchi di servizio di Bloomberg Finance L.P. e relative consociate concessi in licenza a Morgan Stanley Investment Management (MSIM) per determinati scopi. Bloomberg non è una consociata di MSIM, non approva, appoggia, valuta o raccomanda alcun prodotto e non garantisce la tempestività, correttezza o esaustività dei dati e delle informazioni in relazione ad alcun prodotto.

L’indice Bloomberg Euro Aggregate Corporate (Bloomberg Euro IG Corporate) è costruito per replicare l’andamento del mercato delle obbligazioni societarie investment grade denominate in euro.

L’indice Bloomberg Global Aggregate Corporate è la componente societaria dell’indice Bloomberg Global Aggregate, un indice ad ampia base rappresentativo dei mercati obbligazionari investment grade globali.

L’indice Bloomberg U.S. Corporate High Yield misura l’andamento del mercato delle obbligazioni societarie non investment grade a tasso fisso denominate in dollari e fiscalmente imponibili. I titoli sono classificati high yield se il rating medio di Moody’s, Fitch e S&P è pari o inferiore a Ba1/BB+/BB+. L’indice non comprende le obbligazioni dei mercati emergenti.

L’indice Bloomberg U.S. Corporate è un benchmark ad ampia rappresentatività che misura l’andamento delle obbligazioni societarie investment grade a tasso fisso fiscalmente imponibili.

L’indice Bloomberg US Mortgage-Backed Securities (MBS) replica l’andamento dei titoli pass-through di agenzia garantiti da ipoteche (sia ARM a tasso fisso che ibridi), garantiti da Ginnie Mae (GNMA), Fannie Mae (FNMA) e Freddie Mac (FHLMC). L’indice è costruito aggregando vari gruppi di titoli MBS con regolamento futuro in data da definirsi all’interno di portafogli generali sulla base delle condizioni di rimborso, delle cedole e dell’anno di emissione. Introdotti nel 1985, gli indici a tasso fisso GNMA, FHLMC e FNMA per i titoli a 30 e 15 anni sono stati rispettivamente retrodatati a gennaio 1976, maggio 1977 e novembre 1982. Nell’aprile del 2007 sono entrati a far parte dell’indice anche i titoli ipotecari pass-through ibridi di agenzia a tasso variabile (ARM).

L’indice dei prezzi al consumo (IPC) è una misura che esamina la media ponderata dei prezzi di un paniere di beni e servizi di consumo, come trasporti, generi alimentari e assistenza medica.

Euro vs. USD – rendimento totale dell’euro rispetto al dollaro USA.

Titoli di Stato tedeschi a 10 anni – Germany Benchmark 10-Year Datastream Government Index, titoli di Stato giapponesi a 10 anni – Japan Benchmark 10-Year Datastream Government Index e titoli di Stato USA a 10 anni – U.S. Benchmark 10-Year Datastream Government Index.

L’indice ICE BofAML European Currency High-Yield Constrained (ICE BofAML Euro HY constrained) è concepito per replicare la performance delle obbligazioni societarie in euro e sterline di qualità inferiore a investment grade quotate nei mercati Eurobond o in sterline.

L’indice ICE BofAML U.S. Mortgage-Backed Securities (ICE BofAML U.S. Mortgage Master) replica la performance dei titoli pass-through garantiti da ipoteche residenziali a tasso fisso e ibridi denominati in dollari, emessi da agenzie statunitensi nel mercato interno USA.

L’indice ICE BofAML U.S. High Yield Master II Constrained (ICE BofAML U.S. High Yield) è un indice ponderato per il valore di mercato di tutte le obbligazioni high yield domestiche e “Yankee”, comprese le obbligazioni a interesse posticipato e i titoli con pagamento “in natura”. I titoli che lo compongono hanno scadenze di almeno un anno e un rating di credito inferiore a BBB-/Baa3, ma non sono insolventi.

L’indice ISM del settore manifatturiero è basato su indagini condotte presso oltre 300 aziende manifatturiere dall’Institute of Supply Management. L’indice ISM del settore manifatturiero monitora i livelli di occupazione, le scorte di produzione, i nuovi ordini e le consegne dei fornitori. L’indice di diffusione composito è stato creato al fine di monitorare le condizioni del settore manifatturiero nazionale sulla base dei dati risultanti da tali indagini.

Titoli di Stato italiani a 10 anni – Italy Benchmark 10-Year Datastream Government Index.

L’indice JP Morgan CEMBI Broad Diversified è un benchmark globale del debito societario liquido dei mercati emergenti che replica l’andamento delle obbligazioni societarie denominate in USD emesse da società dei mercati emergenti.

L’indice JPMorgan Government Bond– Emerging Markets (JPM local EM debt) replica l’andamento delle obbligazioni in valuta locale emesse dai governi dei paesi emergenti. L’indice è posizionato come benchmark investibile che comprende soltanto quei Paesi accessibili da gran parte della base di investitori internazionali (escluse Cina e India al settembre 2013).

L’indice JPMorgan Government Bond Emerging Markets (JPM External EM Debt) replica l’andamento delle obbligazioni in valuta locale emesse dai governi dei paesi emergenti. L’indice è posizionato come benchmark investibile che comprende soltanto quei Paesi accessibili da gran parte della base di investitori internazionali (escluse Cina e India al settembre 2013).

L’indice JP Morgan Emerging Markets Bond Global (EMBI Global) replica i rendimenti totali di strumenti di debito in valuta estera negoziati nei mercati emergenti ed è una versione ampliata del JPMorgan EMBI+. Come l’EMBI+, l’Indice EMBI Global include obbligazioni Brady denominate in dollari USA, prestiti ed Eurobond con valore nominale in circolazione minimo di USD 500 milioni.

L’indice JP Morgan GBI-EM Global Diversified è un benchmark globale liquido, ponderato per la capitalizzazione di mercato, delle obbligazioni societarie dei mercati emergenti denominate in dollari USA, rappresentativo delle regioni Asia, America Latina, Europa e Medio Oriente/Africa.

JPY vs. USD – rendimento totale dello yen giapponese rispetto al dollaro USA.

L’indice Markit ITraxx Europe è composto da 125 credit default swap equiponderati su entità societarie europee investment grade, distribuiti su 4 sottoindici: finanza (senior & subordinati), non finanziari e “HiVol”.

L’indice Nikkei 225 Index (Japan Nikkei 225) è un indice ponderato per il prezzo che segue l’andamento delle 225 maggiori società nipponiche quotate alla Borsa di Tokyo.

L’indice MSCI AC Asia ex-Japan (MSCI Asia ex-Japan) replica l’andamento delle società large e mid cap di due di tre mercati sviluppati asiatici (Giappone escluso) e di otto mercati emergenti della regione.

L’indice MSCI All Country World (ACWI, MSCI global equities) è un indice ponderato per la capitalizzazione di mercato corretta per il flottante che misura la performance dei listini azionari dei mercati sviluppati ed emergenti. Il termine "flottante" è riferito alla quota di azioni in circolazione considerate disponibili per l’acquisto da parte degli investitori sui mercati azionari pubblici. La performance dell’indice è espressa in dollari USA e prevede il reinvestimento dei dividendi netti.

L’indice MSCI Emerging Markets (MSCI emerging equities) raggruppa titoli rappresentativi di società a media e alta capitalizzazione di 23 mercati emergenti.

L’indice MSCI World (MSCI developed equities) raggruppa titoli rappresentativi di società a media e alta capitalizzazione di 23 mercati sviluppati.

L’indice dei direttori degli acquisti (PMI) è un indicatore dello stato di salute economica del settore manifatturiero.

L’indice Refinitiv Convertible Global Focus USD Hedged è un indice di mercato ponderato con dimensioni minime per l’inclusione di USD 500 milioni (USA), EUR 200 milioni (Europa), JPY 22 miliardi e USD 275 milioni (altri paesi) di obbligazioni convertibili equity-linked.

L’indice Russell 2000® è un indice che misura la performance delle 2.000 società di minori dimensioni dell’indice Russell 3000.

L’indice S&P 500® (U.S. S&P 500) misura la performance del segmento delle large cap nel mercato azionario statunitense e copre all’incirca il 75% di tale mercato. L’indice comprende 500 tra le principali società che operano nei settori di punta dell’economia statunitense.

L’indice S&P CoreLogic Case-Shiller U.S. National Home Price NSA si propone di misurare il valore degli immobili residenziali nelle 20 principali aree metropolitane statunitensi: Atlanta, Boston, Charlotte, Chicago, Cleveland, Dallas, Denver, Detroit, Las Vegas, Los Angeles, Miami, Minneapolis, New York, Phoenix, Portland, San Diego, San Francisco, Seattle, Tampa e Washington, D.C.

L’indice S&P/LSTA U.S. Leveraged Loan 100 (S&P/LSTA Leveraged Loan Index) è costruito per replicare l’andamento dei prestiti di maggiore entità del mercato dei prestiti con leva.

L’indice S&P GSCI Copper (Copper) è un sottoindice dell’S&P GSCI che costituisce un benchmark affidabile e pubblicamente disponibile della performance del mercato del rame.

L’indice S&P GSCI Softs (GSCI soft commodities) è un sottoindice dell’S&P GSCI che misura la performance delle soft commodity ponderata per la produzione mondiale. Nel 2012 l’indice S&P GSCI Softs comprendeva le seguenti materie prime: caffè, zucchero, cacao e cotone.

Titoli di Stato spagnoli a 10 anni – Spain Benchmark 10-Year Datastream Government Index.

L’indice Thomson Reuters Convertible Global Focus USD Hedged è un indice di mercato ponderato con una dimensione minima di inclusione di USD 500 milioni (USA), EUR 200 milioni (Europa), JPY 22 miliardi e USD 275 milioni (altri paesi) di obbligazioni convertibili equity-linked.

Titoli di Stato britannici a 10 anni – U.K. Benchmark 10-Year Datastream Government Index. Gli indici di riferimento Datastream per i seguenti titoli di Stato si basano su singole emissioni. L’emissione scelta per ciascuna serie è la più rappresentativa disponibile per una data scadenza in ciascun momento. I titoli di riferimento sono selezionati sulla base delle convenzioni prevalenti all’interno di ciascun mercato. In generale il titolo di riferimento è sempre l’ultima emissione di una data fascia di scadenze, tuttavia vengono considerati anche i rendimenti, la liquidità, le dimensioni dell’emissione e le cedole.

L’indice U.S. Dollar (DXY) è un indice che misura il valore del dollaro statunitense rispetto a un paniere di valute estere, generalmente quelle dei maggiori partner commerciali degli Stati Uniti.

L’indice Chicago Board Options Exchange (CBOE) Market Volatility (VIX) mostra le aspettative del mercato per la volatilità a 30 giorni.

Poiché non è possibile garantire che le strategie d’investimento risultino efficaci in tutte le condizioni di mercato, ciascun investitore deve valutare la propria capacità di mantenere l’investimento nel lungo termine e in particolare durante le fasi di ribasso dei mercati.

I conti a gestione separata potrebbero non essere adatti a tutti gli investitori. Nei conti separati gestiti in base a una determinata strategia possono essere inseriti valori mobiliari che non replicano la performance di un particolare indice. Si raccomanda di valutare attentamente gli obiettivi d’investimento, i rischi e i costi della Strategia prima di effettuare un investimento. È richiesto un livello patrimoniale minimo. Il modulo ADV, Parte 2, contiene informazioni importanti sui gestori degli investimenti.

Le opinioni e/o analisi espresse sono quelle dell’autore o del team d’investimento alla data di redazione del presente materiale, possono variare in qualsiasi momento senza preavviso a causa di cambiamenti delle condizioni economiche o di mercato e potrebbero non realizzarsi. Inoltre, le opinioni non saranno aggiornate né altrimenti riviste per riflettere informazioni resesi disponibili in seguito, circostanze esistenti o modifiche verificatesi dopo la data di pubblicazione. Le tesi espresse non riflettono i giudizi di tutto il personale di investimento in forza presso Morgan Stanley Investment Management (MSIM) e relative controllate e consociate (collettivamente, la “Società”) e potrebbero non trovare riscontro in tutte le strategie e in tutti i prodotti offerti dalla Società.

Le previsioni e/o stime fornite sono soggette a variazioni e potrebbero non realizzarsi. Le informazioni concernenti i rendimenti attesi e le prospettive di mercato si basano sulla ricerca, sull’analisi e sulle opinioni degli autori o del team di investimento. Tali conclusioni sono di natura speculativa, potrebbero non realizzarsi e non intendono prevedere la performance futura di alcuna strategia o prodotto specifico offerto dalla Società. I risultati futuri possono divergere in misura rilevante sulla scia di sviluppi riguardanti i titoli, i mercati finanziari o le condizioni economiche generali.

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