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Individuare delle opportunità in un orizzonte tutt’altro che roseo
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maggio 02, 2022
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maggio 02, 2022
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Individuare delle opportunità in un orizzonte tutt’altro che roseo |
In un mese caratterizzato da performance negative a livello globale sia nel comparto azionario che obbligazionario, l’esposizione al settore delle materie prime e all’azionario del Regno Unito hanno contribuito positivamente alla performance. Come era previsto, i mercati hanno accusato ulteriori e pesanti ribassi. Lo S&P 500, in calo dell’8,7% (USD) è stato il principale detrattore dei Mercati Sviluppati, mentre l’indice MSCI Europe, a seguito del rally di sollievo, ha dimostrato la migliore tenuta con una flessione dello 0,5% (EUR)1. Dopo una breve tregua a marzo, l’indice MSCI Japan ha proseguito su una traiettoria discendente registrando un -2,7% (JPY)1. Anche l’indice MSCI Emerging Markets ha accusato un ribasso del -5,5%1 (USD). L’indice VIX, riflettendo la volatilità, alla fine del mese ha avuto un’impennata del 33%1. L’obbligazionario ha sottoperformato l’azionario con il tasso dei Treasury USA decennali che ha continuato a salire toccando il 2,9%1 alla fine di aprile.
Ma gli investitori stanno sottovalutando la manovra restrittiva della Fed?
Giunta a quota 8,5%2, l’inflazione complessiva statunitense ha toccato il massimo degli ultimi 40 anni e continua a crescere. Gli investitori sembrano ancora sottovalutare l’entità delle manovre di contenimento necessarie per frenare l'inflazione. A fronte delle persistenti pressioni inflazionistiche provenienti dall’ultra saturazione del mercato del lavoro statunitense, dai rincari energetici e dei prodotti alimentari, il tasso terminale dell’attuale ciclo di rialzi dovrebbe superare le aspettative di consenso e ciò che al momento stanno scontando i mercati. I futures sui Fed Fund indicano un tasso terminale dei Fed Fund del 3,25%3. Riteniamo che sussista il rischio di un aumento e ci aspettiamo che per mantenere l’inflazione sotto controllo sia necessario un tasso terminale minimo del 3,50%. Ciò presuppone un’ulteriore pressione al ribasso sui Treasury USA. L’Europa risulta meno esposta ai rialzi dei tassi rispetto agli Stati Uniti, ma l’inflazione resta a un livello inaccettabilmente elevato, esacerbato dall’esposizione alla Russia e all’Ucraina.
L’inflazione è destinata a stabilizzarsi su livelli elevati
In attesa che l’inflazione si stabilizzi, i ripetuti lockdown in Cina stanno continuando a compromettere le catene di approviggionamento. A nostro avviso, l’inflazione dovrebbe stabilizzarsi su livelli elevati, oltre l’obiettivo del 2% fissato dalla Fed, poiché le dinamiche deflazionistiche degli ultimi dieci anni, quali la deglobalizzazione e le carenze a livello dell’offerta di materie prime, sostengono la pressione al rialzo sui prezzi. Questo si ripercuote sull’azionario in quanto l’aumento dei rendimenti reali e dell’inflazione agisce a negativamente sulle valutazioni azionarie e sugli utili. La riduzione dei margini, viste le pressioni sulle retribuzioni e sui costi di produzione, potrebbe non essere trasferibile ai consumatori poiché anche questi ultimi stanno scontando i rincari sulle quotazioni petrolifere e sui prodotti alimentari.
Implicazioni per gli investimenti
Visto il contesto incerto e il rischio di un’impennata della volatilità, abbiamo mantenuto un’esposizione azionaria ridotta per rispecchiare il posizionamento difensivo del mese precedente. I portafogli gestiti dal team GBaR che consentono il ricorso alle opzioni, hanno beneficiato di una migliore strategia di copertura, in quanto hanno potuto liquidare delle posizioni nell’azionario non appena i mercati hanno accusato dei ribassi. Verso la fine del mese abbiamo ripristinato le opzioni e l’esposizione azionaria target, aumentando le ponderazioni azionarie per accertarci che fossero allineate.
Abbiamo apportato modifiche in chiave tattica, incrementando esposizioni come quella al Brasile, importante esportatore di materie prime, che dovrebbero beneficiare del tema delle commodity. Siamo sottopesati in Europa rispetto agli Stati Uniti a causa del rischio di recessione del vecchio continente dovuto al conflitto Russia-Ucraina. Abbiamo corretto le esposizioni sul comparto obbligazionario, data la ridotta duration e la stretta da parte della Fed nonchè il rischio di ribasso per l’obbligazionario.
Azionario in Eurozona
Inizialmente nel mese di marzo abbiamo ridotto l’esposizione azionaria in Eurozona e dopo il recente rally di sollievo, in aprile siamo passati da un posizionamento neutrale ad uno di sottopeso. Ne risulta un potenziale al rialzo limitato per le azioni così come rischi significativi, quali il rallentamento dei consumi, l’aumento delle pressioni inflazionistiche e la compressione dei margini sul comparto azionario.
Azionario in Brasile
Siamo sovrappesati sulle azioni in Brasile che sta beneficiando del rincaro delle materie prime dovuto alla scarsità dell’offerta e a condizioni di scambio favorevoli. Un picco del tasso Selic nel secondo semestre del 2022 dovrebbe sostenere la crescita degli utili, mentre le valutazioni e il clima di fiducia restano positivi, malgrado il rally da inizio anno ad oggi.
Debito in valuta locale nei mercati emergenti
Siamo sovrappesati sulle emissioni high yield a bassa duration dei Paesi che esportano materie prime. L’esposizione high yield in America Latina, Sudafrica e Indonesia dovrebbe beneficiare di condizioni di scambio positive dato il rally nelle commodity. È probabile che anche un rollover dell'inflazione offra un rendimento reale positivo. Ciò è rispecchiato dal rafforzamento del debito in valuta locale nei mercati emergenti.
High yield in Europa
Per quanto riguarda l’high yield europeo, siamo passati da una posizione di sovrappeso a una di neutralità, spostandoci verso la liquidità. A nostro avviso il rapporto rischio/rendimento è passato in territorio negativo data la recente contrazione degli spread verso il livello medio dei decennali, che li ha lasciati più elevati rispetto agli spread dei titoli investment grade europei.
Duration in USA
Benché il mese scorso avessimo leggermente aumentato la duration, in aprile abbiamo invertito rotta passando da un posizionamento neutrale a un sottopeso. Viste le attuali tendenze inflazionistiche, riteniamo che il mercato stia ancora scontando un tasso terminale dei Fed Fund eccessivamente basso. Inoltre, a fronte del manifestarsi degli effetti del Quantitative Tightening (QT) negli equilibri domanda/offerta, i rischi per i rendimenti nel lungo termine restano orientati al ribasso.
Tasso di inflazione break-even a 10 anni negli Stati Uniti
Siamo passati da un sovrappeso a un posizionamento neutrale tramite l’eliminazione di TIPS e l’esposizione ai Treasury USA a breve scadenza a 1-3 anni o a strumenti di liquidità. Dal momento che i TIPS hanno una scadenza media di 7-8 anni, tale riduzione giustifica il nostro passaggio a un sottopeso di duration.
JPY/USD
Siamo sottopesati sullo yen giapponese rispetto al dollaro USA. Nonostante l'indebolimento dello yen, è probabile che la Banca del Giappone rimanga riluttante nel cambiare la propria politica a sostegno della valuta locale, in quanto la ripresa economica del Giappone rimane contenuta. Sul fronte delle importazioni lo yen viene venduto per pagare importazioni sempre più costose e le esportazioni restano limitate dalle criticità delle filiere nei settori chiave. Se ciò dovesse continuare, la vendita di denaro reale potrebbe risultare problematica.
Metalli industriali
Nei portafogli che detenevano metalli industriali tramite un ETF, abbiamo chiuso la posizione e per il momento abbiamo reinvestito in strumenti liquidi.
Posizionamento tattico
Seguono i nostri giudizi tattici:
Fonte: Team MSIM GBaR; dati al 30 aprile 2022. A solo scopo informativo e non da intendersi come una raccomandazione o un’offerta per l’acquisto o la vendita di valori mobiliari o l’adozione di una qualsiasi strategia d’investimento. I giudizi tattici di cui sopra riflettono in linea di massima le opinioni e le implementazioni del nostro team e vengono riportati a scopo di comunicazione con i clienti. Le informazioni riportate nel presente documento non tengono conto degli obiettivi finanziari, della situazione o delle esigenze specifiche dei singoli investitori.
CONSIDERAZIONI SUI RISCHI
Non vi è alcuna garanzia che l’obiettivo d’investimento della Strategia venga raggiunto. I portafogli sono esposti al rischio di mercato, ovvero alla possibilità che il valore di mercato dei titoli detenuti dal portafoglio diminuisca e che il valore delle azioni del portafoglio sia conseguentemente inferiore all’importo pagato dall’investitore per acquistarle. I valori di mercato possono cambiare quotidianamente a causa di eventi economici e di altro tipo (ad es. catastrofi naturali, crisi sanitarie, terrorismo, conflitti e disordini sociali) che influenzano i mercati, i Paesi, le aziende o i governi. È difficile prevedere le tempistiche, la durata e i potenziali effetti negativi (ad esempio la liquidità del portafoglio) degli eventi. Di conseguenza, l’investimento in questo portafoglio può comportare una perdita per l’investitore. Inoltre, la strategia può essere esposta ad alcuni rischi aggiuntivi. Esiste il rischio che, in base alle effettive condizioni di mercato, la metodologia e le ipotesi di asset allocation elaborate dal Consulente per i portafogli sottostanti si rivelino errate e che il portafoglio non raggiunga il suo obiettivo d’investimento. I corsi azionari tendono inoltre a essere volatili e la possibilità di subire perdite è significativa. Gli investimenti del portafoglio in certificati legati alle materie prime comportano rischi notevoli, ivi compreso il rischio di un sensibile deprezzamento del capitale investito. In aggiunta ai rischi inerenti alle materie prime, tali investimenti sono esposti a rischi specifici, quali il rischio di perdita di capitale e interessi, l’assenza di un mercato secondario e il rischio di livelli superiori di volatilità, che non interessano i tradizionali titoli azionari e di debito. Le oscillazioni dei cambi potrebbero annullare i guadagni generati dagli investimenti o accentuare le perdite. I titoli obbligazionari sono soggetti alla capacità dell’emittente di rimborsare puntualmente capitale e interessi (rischio di credito), alle variazioni dei tassi d’interesse (rischio di tasso d’interesse), al merito di credito dell’emittente e alle condizioni generali di liquidità del mercato (rischio di mercato). In un contesto di tassi d’interesse in rialzo, i corsi obbligazionari possono calare e dar luogo a periodi di volatilità e a maggiori richieste di rimborso. In un contesto di calo dei tassi d’interesse, il portafoglio potrebbe generare un reddito inferiore. I titoli con scadenze più lunghe possono essere maggiormente sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse. Le azioni e i titoli esteri risentono in genere di una maggiore volatilità rispetto agli strumenti obbligazionari e sono soggetti a rischi di cambio, politici, economici e di mercato. Le quotazioni tendono a oscillare in risposta a eventi specifici in seno a una determinata società. I titoli delle società a bassa capitalizzazione comportano rischi particolari, come l’esiguità delle linee di prodotto, dei mercati e delle risorse finanziarie, e possono registrare una maggiore volatilità di mercato rispetto a quelli di società più consolidate di dimensioni maggiori. I rischi associati agli investimenti nei Mercati Emergenti sono maggiori di quelli associati agli investimenti nei Mercati Sviluppati esteri. Le azioni degli exchange traded funds (ETF) comportano molti dei rischi associati agli investimenti diretti in azioni ordinarie od obbligazioni e il loro valore di mercato oscilla al variare del valore dell’indice sottostante. Investendo in ETF e in altri Fondi d’investimento, il portafoglio assorbe sia le proprie spese che quelle degli ETF e dei Fondi d’investimento nei quali investe. La domanda e l’offerta di ETF e dei Fondi d’investimento potrebbero non essere correlate a quelle dei titoli sottostanti. Gli strumenti derivati possono essere illiquidi, possono amplificare le perdite in maniera sproporzionata e incidere negativamente sulla performance del portafoglio. Un contratto a termine su valute è uno strumento di copertura che non implica alcun pagamento anticipato. L’uso della leva finanziaria può accentuare la volatilità del Portafoglio.
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Managing Director
Global Balanced Risk Control Team
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