Approfondimenti
I tempi stanno cambiando?
|
PATH
|
• |
novembre 10, 2021
|
novembre 10, 2021
|
I tempi stanno cambiando? |
A ottobre i mercati hanno registrato una forte inversione, evidenziata dal rialzo degli indici S&P 500 e MSCI Europe, che hanno archiviato rispettivamente un +7,0% (USD) e un +4,7% (EUR)1. Anche l’indice MSCI Emerging Markets si è mosso al rialzo con un +1,0% (USD)1. In controtendenza, l’indice MSCI Japan è invece sceso del -1,2% (JPY) nel corso del mese1. Ancora una volta il risultato migliore è stato registrato dal settore energia, come evidenzia l’indice MSCI ACWI Energy, in rialzo del 6,4% (USD)1, che ha beneficiato degli aumenti dei prezzi e dei perduranti colli di bottiglia nelle filiere. La ripresa dei mercati ha determinato un calo del VIX a quota 162 alla fine del mese.
Aumento dei prezzi energetici: bisogna preoccuparsi?
La causa del recente rincaro del gas in Europa va ricercata nei consumi sopra la media registrati l’inverno scorso, che hanno determinato un calo delle scorte in tutto il continente. La situazione è stata ulteriormente aggravata dall’insufficienza delle forniture dalla Russia nel corso del 2021. Con l’approssimarsi della stagione invernale, se le temperature dovessero scendere sotto la media, la domanda potrebbe mettere ulteriormente in crisi le forniture e mantenere i prezzi a livelli elevati. Il rincaro del gas, tuttavia, non dovrebbe incidere in misura rilevante sulla spesa al consumo e sulla crescita, sia perché le ricadute in bolletta, in tutta Europa, sono lente e parziali, sia perché i consumatori hanno accumulato notevoli risparmi. Ci attendiamo inoltre che l’aumento delle esportazioni di gas dalla Russia alleggerirà la situazione nei mesi a venire, un ulteriore motivo per ritenere che l’impatto di questa situazione a livello di inflazione e crescita sarà limitato.
Le banche centrali hanno iniziato a ridimensionare i programmi di stimolo
Il rendimento del Treasury decennale ha continuato ad aumentare, dall’1,5%2 di fine settembre all'1,55% di fine ottobre2. I toni leggermente più restrittivi adottati dal FOMC nel mese di settembre indicano il desiderio di accelerare almeno in parte il processo di normalizzazione delle politiche monetarie, poichè perdura il rischio di un rialzo dell’inflazione. Se i rincari dell’energia e le strozzature lungo le catene di fornitura dovessero continuare a fare aumentare il costo della vita e, alla lunga, determinare un’inflazione dei salari, è possibile che presto la Fed metta la parola fine al suo orientamento attendista. Anche se ci aspettiamo che a novembre la banca centrale degli Stati Uniti annunci l’inizio del ridimensionamento dei programmi di stimoli, che dovrebbe concludersi verso la metà del 2022, è probabile che la politica monetaria si manterrà nel complesso accomodante. Ci attendiamo che i tassi continueranno probabilmente a muoversi lentamente al rialzo, ma a nostro avviso finiranno per attestarsi a valori inferiori rispetto a quelli dei cicli precedenti. Secondo alcuni indicatori, gli investitori obbligazionari temono sempre di più il rischio di inflazione che, tuttavia, accelererebbe il processo di normalizzazione delle banche centrali.
Rischi del settore immobiliare cinese: sistemici o idiosincratici?
A ottobre, l’elevato indebitamento di alcune società immobiliari cinesi ha continuato a fare notizia in tutto il mondo, ma a nostro avviso il rischio di uno shock sistemico globale rimane remoto. La Cina sta attualmente affrontando diverse situazioni problematiche, ma riteniamo che al momento Pechino disponga sia della volontà che degli strumenti necessari (come la riduzione del coefficiente di riserva obbligatorio, l’aumento della spesa pubblica, la semplificazione dell’erogazione dei prestiti, la riduzione dell’aliquota di acconto e dei costi di ipoteca) per supportare energicamente il settore immobiliare e stabilizzare l’economia in generale. Prevediamo che nel quarto trimestre continuerà almeno in parte il razionamento delle forniture elettriche, ma le drastiche riforme lanciate da alcuni importanti ministeri offrono l’opportunità di alleggerire le pressioni sulle catene di fornitura e stabilizzare i prezzi di alcune fondamentali commodity nei mesi a venire.
Implicazioni per gli investimenti
Alla luce dei recenti bassi livelli di volatilità, abbiamo adattato i nostri portafogli aumentando la componente azionaria verso la metà del mese per assicurare che rimanessero in linea con i rispettivi obiettivi di rischio. La riunione del FOMC di settembre ha ulteriormente ridotto i rischi a breve termine e anche la pubblicazione dei verbali a metà ottobre ha fornito un contributo positivo. Allo stesso tempo, presteremo la massima attenzione al piano della Fed per la riduzione delle misure di stimolo, il cui annuncio è in programma il mese prossimo. Manteniamo un sottopeso di duration poiché le valutazioni dell’obbligazionario ci sembrano tuttora eccessive alla luce del contesto macro e della possibilità che possa venir meno il quadro tecnico favorevole di cui la duration ha goduto nel terzo trimestre.
Posizionamento tattico
Seguono i nostri giudizi tattici:
Fonte: Team MSIM GBaR; dati al 31 ottobre 2021. A solo scopo informativo e non da intendersi come una raccomandazione o un’offerta per l’acquisto o la vendita di valori mobiliari o l’adozione di una qualsiasi strategia d’investimento. I giudizi tattici di cui sopra riflettono in linea di massima le opinioni e le implementazioni del nostro team e vengono riportati a scopo di comunicazione con i clienti. Le informazioni riportate nel presente documento non tengono conto degli obiettivi finanziari, della situazione o delle esigenze specifiche dei singoli investitori.
CONSIDERAZIONI SUI RISCHI
Non vi è alcuna garanzia che l’obiettivo d’investimento della Strategia venga raggiunto. I portafogli sono esposti al rischio di mercato, ovvero alla possibilità che il valore di mercato dei titoli detenuti dal portafoglio diminuisca e che il valore delle azioni del portafoglio sia conseguentemente inferiore all’importo pagato dall’investitore per acquistarle. I valori di mercato possono cambiare quotidianamente a causa di eventi economici e di altro tipo (ad es. catastrofi naturali, crisi sanitarie, terrorismo, conflitti e disordini sociali) che influenzano i mercati, i Paesi, le aziende o i governi. È difficile prevedere le tempistiche, la durata e i potenziali effetti negativi (ad esempio la liquidità del portafoglio) degli eventi. Di conseguenza, l’investimento in questo portafoglio può comportare una perdita per l’investitore. Inoltre, la strategia può essere esposta ad alcuni rischi aggiuntivi. Esiste il rischio che, in base alle effettive condizioni di mercato, la metodologia e le ipotesi di asset allocation elaborate dal Consulente per i portafogli sottostanti si rivelino errate e che il portafoglio non raggiunga il suo obiettivo d’investimento. I corsi azionari tendono inoltre a essere volatili e la possibilità di subire perdite è significativa. Gli investimenti del portafoglio in certificati legati alle materie prime comportano rischi notevoli, ivi compreso il rischio di un sensibile deprezzamento del capitale investito. In aggiunta ai rischi inerenti alle materie prime, tali investimenti sono esposti a rischi specifici, quali il rischio di perdita di capitale e interessi, l’assenza di un mercato secondario e il rischio di livelli superiori di volatilità, che non interessano i tradizionali titoli azionari e di debito. Leoscillazioni dei cambi potrebbero annullare i guadagni generati dagli investimenti o accentuare le perdite. I titoli obbligazionari sono soggetti alla capacità dell’emittente di rimborsare puntualmente capitale e interessi (rischio di credito), alle variazioni dei tassi d’interesse (rischio di tasso d’interesse), al merito di credito dell’emittente e alle condizioni generali di liquidità del mercato (rischio di mercato). In un contesto di tassi d’interesse in rialzo, i corsi obbligazionari possono calare e dar luogo a periodi di volatilità e a maggiori richieste di rimborso. In un contesto di tassi d’interesse al ribasso, il portafoglio potrebbe generare un reddito inferiore. I titoli con scadenze più lunghe possono essere maggiormente sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse. Le azioni e i titoli esteri risentono in genere di una maggiore volatilità rispetto agli strumenti obbligazionari e sono soggetti a rischi di cambio, politici, economici e di mercato. Le quotazioni tendono a oscillare in risposta a eventi specifici in seno a una determinata società. I titoli delle società a bassa capitalizzazione comportano rischi particolari, come l’esiguità delle linee di prodotto, dei mercati e delle risorse finanziarie, e possono registrare una maggiore volatilità di mercato rispetto a quelli di società più consolidate di dimensioni maggiori. I rischi associati agli investimenti nei mercati emergenti sono maggiori di quelli associati agli investimenti nei mercati sviluppati esteri. Le azioni degli exchange traded funds (ETF) comportano molti dei rischi associati agli investimenti diretti in azioni ordinarie od obbligazioni e il loro valore di mercato oscilla al variare del valore dell’indice sottostante. Investendo in ETF e in altri Fondi d'investimento, il portafoglio assorbe sia le proprie spese che quelle degli ETF e dei Fondi d’investimento nei quali investe. La domanda e l’offerta di ETF e dei Fondi d'investimento potrebbero non essere correlate a quelle dei titoli sottostanti. Gli strumenti derivati possono essere illiquidi, possono amplificare le perdite in maniera sproporzionata e incidere negativamente sulla performance del portafoglio. Un contratto a termine su valute è uno strumento di copertura che non implica alcun pagamento anticipato. L’uso della leva finanziaria può accentuare la volatilità del Portafoglio.
![]() |
Managing Director
Global Balanced Risk Control Team
|
![]() |
Managing Director
Global Balanced Risk Control Team
|