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Una finestra di opportunità - MS INVF GBaR Fund
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febbraio 02, 2023
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Una finestra di opportunità - MS INVF GBaR Fund |
A gennaio i mercati hanno registrato una ripresa, aprendo una finestra di opportunità per generare rendimenti. Verso fine dicembre, abbiamo iniziato ad aumentare l’esposizione al rischio per sfruttare questa opportunità, incrementando le posizioni negli attivi rischiosi anche nel mese di gennaio. Riteniamo che il 2023 sarà un anno di transizione, che offrirà non solo numerose opportunità nel primo semestre, ma vedrà presentarsi anche rischi di eventi estremi da gestire.
Un anno di transizione
Sebbene l’inflazione statunitense stia rallentando, il rischio maggiore è, a nostro avviso, rappresentato dalla possibilità che nel secondo semestre del 2023 l’inflazione riemerga, eventualità che potrebbe verificarsi qualora la Federal Reserve dovesse prematuramente sospendere gli aumenti dei tassi. Ci aspettiamo una riduzione di eventi macro negativi, identificabili in fattori chiave come il calo dell’inflazione e un mercato del lavoro solido che supporta i consumi. Per molti versi, i fattori che influenzeranno i mercati nel 2023 sembrano essere di segno opposto rispetto a quelli dell’anno scorso. Il picco e conseguente calo (per ora) dell’inflazione, la fine del ciclo di irrigidimento da parte delle banche centrali, la stabilizzazione o addirittura l’indebolimento del dollaro statunitense e la riapertura della Cina segnalano che è giunto il momento di agire finché i mercati sono favorevoli.
Manteniamo quindi un orientamento più ottimista sia sul fronte macro globale che su quello statunitense. Sostenuta dal mercato del lavoro, la Federal Reserve statunitense vede aumentare, secondo noi, le probabilità di realizzare un atterraggio morbido. Non è neppure da escludere l’eventualità di un rialzo incontrollato dei mercati. Nondimeno, continuiamo a monitorare con attenzione il mercato del lavoro, poiché qualunque segnale di peggioramento potrebbe indicare il riemergere di rischi estremi.
Implicazioni per gli investimenti
In questo contesto positivo, poiché il rischio di ribasso è al momento diminuito, a partire dalla fine di dicembre e per tutto gennaio abbiamo aumentato la nostra esposizione agli attivi rischiosi. Manteniamo un orientamento positivo sull’azionario globale (Stati Uniti esclusi), e abbiamo inserito opportunità nel credito e nel reddito fisso a beta più elevato, come quello dei mercati emergenti e l’high yield, che si muovono bene in un contesto di propensione al rischio.
Tuttavia, stiamo gestendo i rischi legati ad eventi estremi mediante alcune compensazioni parziali, ben sapendo che lo scenario potrebbe cambiare qualora l’inflazione tornasse a salire. Abbiamo incrementato l’esposizione alle materie prime, come copertura contro l’inflazione. Se da un lato abbiamo aumentato l’esposizione all’azionario, consapevoli della sensibilità di quest’ultimo ai tassi d’interesse, dall’altro stiamo riducendo la duration del reddito fisso. Siamo inoltre andati alla ricerca di rendimenti più elevati, per compensare l’aumento del rischio di capitale legato ai titoli azionari, e abbiamo quindi posto l’enfasi su investimenti con carry elevato sia nell’obbligazionario che nell’azionario, ad esempio in settori come banche ed energia.
Nella tabella a seguire riportiamo i dati più recenti relativi alle ponderazioni effettive per il comparto Global Balanced Risk Control Fund di Morgan Stanley Investment Funds (MS INVF) al 31 gennaio 2023.
VOLATILITÀ ANNUA 1 | AZIONARIO % |
OBBLIGAZ IONARIO % |
COMMODITY % |
LIQUIDITÀ %* | ||
FISICA |
SINTETICA* | |||||
MS INVF Global Balanced Risk Control Fund of Funds (EUR) | 4% – 10% | 45,5 | 50,9 | 3,0 | 17,3 | -16,8 |
Modifiche tattiche
Abbiamo illustrato le modifiche tattiche alle nostre aspettative, apportate nel gennaio 2023:
Azionario settore bancario europeo
Dopo aver scongiurato la recessione, abbiamo ulteriormente sovrappesato le banche europee, le quali hanno continuato a beneficiare dei rialzi dei tassi nell’Eurozona, aumentando così i margini d’interesse netti e migliorando la qualità degli attivi. Le valutazioni, leggermente al di sopra dei livelli minimi da recessione, stanno ancora scontando la presenza di molti rischi. Noi tuttavia riteniamo che non riflettono correttamente la crescita degli utili attesa per il prossimo anno, né il ritorno del capitale per gli azionisti.
Azionario giapponese
Abbiamo sottopesato l’azionario giapponese poiché ci aspettiamo un rafforzamento dello yen, sia per via dell’indebolimento del dollaro, che per l’aspettativa che nel corso del 2023 la Banca del Giappone rinuncerà alla politica di controllo della curva dei rendimenti, a causa delle crescenti pressioni inflazionistiche. È probabile quindi che la conversione valutaria degli utili, che nel 2022 ha rappresentato un fattore favorevole per via di uno yen debole, si trasformi ora in un fattore penalizzante.
Azionario cinese
Abbiamo ulteriormente sovrappesato l’azionario cinese alla luce delle riaperture in Cina, dell’allentamento delle misure normative e una ridifinizione delle priorità di crescita che, a nostro avviso, potrebbero tradursi in delle sovraperformance. I risparmi accumulati dalle famiglie stanno contribuendo a sostenere i consumi e la crescita in una Cina post-lockdown.
Duration lunga USA
Abbiamo neutralizzato l’esposizione alla duration lunga negli Stati Uniti, in quanto le tendenze disinflazionistiche hanno guadagnato slancio nel breve termine, il che riduce il rischio di rialzo del tasso terminale della Fed. Ci aspettiamo che, qualora i rischi di recessione non dovessero materializzarsi, i rendimenti a lunga scadenza si manterranno all’interno di un intervallo limitato.
Duration dei titoli di stato italiani
Nei titoli di stato italiani siamo passati da una posizione di sottopeso a una neutrale. Dopo un forte rialzo nel 2022, i rendimenti si trovano ora su livelli che offrono un carry significativo rispetto ai Bund tedeschi. Al contempo, gli spread potrebbero ridursi ulteriormente poiché la crescita del PIL nell’Eurozona sembra destinata a riaccelerare nel primo semestre del 2023, grazie al significativo calo dei prezzi energetici.
High Yield in USD
Nell’high yield denominato in dollari siamo passati da una posizione di sottopeso a un posizionamento neutrale. I rischi di recessione a breve termine sono diminuiti sulla scia di un solido mercato del lavoro e di un approccio più pragmatico da parte della Fed, che ha segnalato una pausa nei rialzi dei tassi entro i primi sei mesi del 2023, favorendo così una maggiore propensione al rischio. Tuttavia, l’high yield denominato in USD continua ad essere costoso rispetto all’high yield denominato in EUR.
High Yield in EUR
Siamo passati a una posizione di sovrappeso nell’high yield europeo, per approfittare delle valutazioni degli spread che, in virtù della crisi energetica europea del 2022, ancora scontavano un “premio al gas” rispetto all’high yield americano. Con la risalita del PIL europeo dai minimi invernali, gli spread dovrebbero continuare a restringersi, riducendo i rischi di credito e incentivando l’assunzione di rischio da parte degli investitori. Nel corso del 2022 gli attivi hanno registrato significativi deflussi e ci aspettiamo che gli operatori di mercato intendano ripristinare le posizioni nei prossimi mesi.
Debito dei mercati emergenti in valuta forte
Abbiamo ulteriormente sovrapesato il debito dei mercati emergenti in valuta forte (EM HC), dato che rispetto ai mercati sviluppati le economie dei mercati emergenti sono più avanti in termini di rialzi volte a controllare l’inflazione. L’EM HC offre tuttora un carry interessante, e gli spread potrebbero comprimersi grazie allo stabilirsi della crescita globale per via della riapertura della Cina e alla fine della crisi energetica europea. Il miglioramento delle prospettive sulla duration statunitense offre un ulteriore sostegno a questa classe di attivo.
Rendimenti messicani a 10 anni
Siamo passati da una posizione neutrale a una sovrappesata nelle obbligazioni messicane decennali, in considerazione degli elevati rendimenti reali, dell’accelerazione degli afflussi verso il debito dei mercati emergenti e del rallentamento dell’inflazione messicana, determinato dalla moderazione dei rincari dei generi alimentari, preannunciata dal calo in atto dei prezzi dei fertilizzanti.
Greggio Brent
Alla fine di dicembre siamo passati a una posizione di sovrappeso nel Brent che abbiamo poi ulteriormente incrementato nel mese di gennaio. Il recente ribasso ci è sembrato eccessivo alla luce di un mercato che probabilmente si manterrà poco flessibile per tutto il 2023. I fondamentali sono positivi, poiché in seguito alla riapertura dell’economia cinese riteniamo vi sia un rischio di rialzo della domanda di petrolio. Tuttavia, sussistono anche rischi di ribasso per le forniture russe, poiché nel 2023 le sanzioni entreranno completamente in vigore.
Rame
Abbiamo avviato una posizione di sovrappeso nel rame, considerando non solo i bassi livelli delle scorte e le difficoltà strutturali dell’offerta, ma anche l’aumento della domanda determinata dalla riapertura dell’economia cinese e dalle esigenze della svolta “ecologica” nel lungo periodo.
EUR/USD
Abbiamo ulteriormente rafforzato la nostra posizione di sovrappeso nell’euro rispetto al dollaro statunitense. Secondo le nostre attese, i differenziali dei tassi sosterranno il cambio EUR/USD, poiché con ogni probabilità la Fed sospenderà il ciclo di rialzi prima della Banca Centrale Europea. Inoltre, la riapertura della Cina dovrebbe sostenere l’economia dell’Eurozona.
USD/JPY
Abbiamo aumentato la nostra posizione di sottopeso sul dollaro statunitense rispetto allo yen giapponese, alla luce dell’inatteso adeguamento (avvenuto a novembre) della politica di controllo della curva dei rendimenti da parte della Banca del Giappone che secondo le nostre aspettative sarà completamente abbandonata nel corso del 2023, favorendo i differenziali dei tassi a favore dello yen. Anche la riapertura della Cina dovrebbe generare dinamiche di sostegno.
La performance dell’indice è riportata esclusivamente a scopo illustrativo e non intende rappresentare la performance di alcun investimento specifico. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Si rimanda alla sezione Informazioni importanti per le definizioni degli indici.
Fonte: Team MSIM GBaR, dati precedenti al 31 dicembre 2022 e dati attuali al 31 gennaio 2023. A solo scopo informativo e non da intendersi come una raccomandazione o un’offerta per l’acquisto o la vendita di valori mobiliari o l’adozione di una qualsiasi strategia d’investimento. I giudizi tattici di cui sopra riflettono in linea di massima le opinioni e le implementazioni del nostro team e vengono riportati a scopo di comunicazione con i clienti. Le informazioni riportate nel presente documento non tengono conto degli obiettivi finanziari, della situazione e delle esigenze specifiche dei singoli investitori. I segnali rappresentano il giudizio del team GBaR su ciascuna classe di attivo. Un segnale negativo indica un giudizio relativo negativo o in sottopeso, un segnale positivo indica un giudizio relativo positivo o in sovrappeso.
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Managing Director
Global Balanced Risk Control Team
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