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Elezioni presidenziali americane: Lo stato delle cose
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novembre 10, 2020
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novembre 10, 2020
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Elezioni presidenziali americane: Lo stato delle cose |
La conclusione delle elezioni presidenziali americane e le notizie incoraggianti sul fronte dei vaccini sembrano indicare un punto di svolta per quanto riguarda diversi fattori di incertezza. Analizziamo la situazione attuale, incluso l’impatto che la presidenza di Biden potrebbe avere su mercati ed economia. Ci aspettiamo una minore volatilità dei mercati, con l’opportunità di rivedere al rialzo il livello di rischio.
Presidenza Biden Attese e aspettative
1. Cooperazione anziché scontro
L’ex Vice Presidente Joe Biden sembra prediligere un approccio cooperativo anziché lo scontro e questo rappresenta un elemento positivo per gli attivi rischiosi. Oltre a un probabile miglioramento delle relazioni internazionali, l’elezione di Biden, che ha anche promesso di voler “unificare” gli Stati Uniti, dovrebbe avere effetti positivi sui mercati, grazie anche ai suoi trascorsi moderati e bipartisan e alla lunga esperienza lavorativa al di sopra delle parti.
2. Verosimilmente meno rischi politici per le imprese
Joe Biden sembra avere in mente politiche chiare e ben definite che potrebbero ridurre il clima di incertezza per le imprese, incoraggiando gli investimenti e favorendo la crescita, con effetti positivi sulla diminuzione della volatilità. Ancor prima delle elezioni USA, il VIX ha fatto registrare un calo progressivo, con un valore che dal 40 di fine ottobre, è sceso fino al 26 attuale.1
3 I DUE PRINCIPALI CATALIZZATORI: Gli incentivi fiscali e le strategie di Biden contro il COVID-19.
Stiamo osservando con attenzione due catalizzatori principali che potrebbero avere effetti positivi sui mercati. Le speranze relative agli agognati stimoli fiscali sono andate a poco a poco scemando con l’avvicinarsi delle elezioni e l’intensificarsi della sensazione che il Senato a controllo repubblicano e i deputati democratici non sarebbero arrivati ad un accordo in merito. I democratici spingono per un pacchetto complessivo da circa 2000 miliardi di dollari, ma ora sussiste la concreta possibilità che i repubblicani conservino la maggioranza al Senato, moderando così qualunque pacchetto di incentivi di grande portata. C’è comunque da considerare che fin dall’inizio delle elezioni, il leader della maggioranza al Senato, Mitch McConnell (R-KY), ha voluto chiarire come un accordo relativo agli stimoli fiscali rimanga in cima all’elenco delle priorità, facendo ben sperare in una possibile soluzione. Un Congresso diviso potrebbe in realtà avere un effetto positivo diretto sui mercati, poiché un Senato repubblicano dovrebbe limitare la spinta verso un aumento delle aliquote fiscali.
È comunque importante tener presente che un Senato a maggioranza repubblicana non rappresenta una garanzia di protezione per le aziende tecnologiche, in quanto queste potrebbero comunque essere soggette a una crescente regolamentazione e ad azioni antitrust, tutte azioni che dipendono dal Dipartimento della Giustizia che risponde direttamente alla Casa Bianca. C’è da aggiungere che una regolamentazione antitrust nel settore tecnologico gode di un supporto bipartisan.
Monitoriamo costantemente un approccio credibile alla gestione del virus fin dall’inizio della pandemia, come uno degli indicatori chiave per una riattivarci sui mercati Durante la campagna elettorale, Biden ha dato sempre priorità assoluta al controllo del virus e il suo team di transizione ha già reso nota la composizione della task force anti COVID-19, composta da medici e membri del mondo accademico. La determinazione di Biden a voler contenere il COVID-19 è uno dei principali fattori a lungo termine positivi e rappresenta un segnale che attendevamo da molto tempo.
È comunque possibile che qualsiasi azione politica di mitigazione del COVID-19 debba attendere il 20 gennaio 2021. I mercati per il momento dovrebbero continuare a tenere, anche se con l’approssimarsi della data di cui sopra sussiste il rischio di uno shock, poiché potrebbe evidenziarsi la necessità di adottare misure drastiche per controllare il virus. Considerando la crescita dei contagi negli USA e la gravità della situazione, pensiamo che questo possa verificarsi a livello statale prima ancora che a livello federale. Riteniamo pertanto che, in presenza di una netta escalation di contagi e ricoveri, la volatilità dei mercati possa aumentare qualora a livello statale venissero introdotti nuovi lockdown.
4. Biden non potrà influenzare in maniera diretta la politica prima del 20 gennaio 2021.
Come previsto, Trump non ha intenzione di cedere senza lottare e ha già dichiarato di voler ardire le vie legali in diversi stati federali. Il processo di transizione non sarà semplice per Biden e potrebbe ritardare alcune azioni importanti, come la definizione delle politiche di governo e la revisione di circa 4000 nomine politiche. In questo caso, i mercati si troverebbero ad attraversare un periodo transitorio di grande caos, soprattutto se la situazione dovesse essere accompagnata da una recrudescenza del virus, anche se con la prospettiva di una guida stabile, con politiche e una comunicazione chiara, una volta che Biden sarà entrato in carica.
La speranza di un vaccino
Archiviato il risultato elettorale, i mercati hanno avuto un’altra sorpresa positiva con l’annuncio, diffuso il 9 novembre, di un vaccino con il 90% di efficacia prevista. L’andamento dei prezzi è stato caratterizzato da una rotazione verso i settori ciclici, con l’Euro Stoxx 50 che ha guadagnato oltre il 6% sull’onda della notizia.2 Grazie ai rapidi progressi, siamo fiduciosi che un vaccino possa essere disponibile nel 2021. Attualmente ci sono nove aziende che stanno testando vaccini in studi clinici che dovrebbero fornire i primi risultati interlocutori a partire da novembre. Questo dovrebbe permettere il contenimento del virus riducendo le possibilità di una sua ricomparsa il prossimo anno.
Opportunità settoriali
In questo contesto, dovrebbero risultare avvantaggiati i settori e le regioni cicliche, molti dei quali presentano attualmente buone valutazioni, così come le aziende con credenziali ecologiche. Il focus posto da Biden sugli investimenti nelle energie pulite dovrebbe contribuire a stimolare ulteriormente questa crescita. Tutto ciò dovrebbe avere ripercussioni positive sugli attivi rischiosi anche se con differenze a livello settoriale. Ciononostante, i settori in fase di sviluppo e quelli più esposti ai rischi di regolamentazione e/o antitrust, come quello tecnologico, dovrebbero godere in maniera minore di questi benefici.
Posizionamento degli investimenti: Una maggior esposizione agli attivi rischiosi con il calare delle incertezze
Mentre le elezioni volgono al termine, prevediamo un calo della volatilità sui mercati. Nutriamo quindi maggiore ottimismo per gli attivi rischiosi e dal 6 novembre abbiamo iniziato ad aumentare la nostra esposizione azionaria. Come detto in precedenza, l’amministrazione Biden dovrebbe comportare politiche più chiare, credibili e coerenti, anche per quanto riguarda la strategia per far fronte al COVID-19. Tutto questo dovrebbe avere effetti positivi sui mercati, mentre la maggioranza repubblicana al Senato dovrebbe essere positiva per le aziende in chiave tributaria. Allo stesso tempo, i segnali inviati da Mitch McConnell che ribadiscono la priorità degli incentivi fiscali da introdurre entro fine anno, sono di buon auspicio per l’economia. In conclusione, riteniamo che una presidenza Biden con un Congresso diviso sia positiva per i mercati.
Asset allocation complessiva
Nella tabella riportata di seguito forniamo i dati più recenti delle effettive allocazioni per ciascuno dei nostri fondi SICAV lussemburghesi al 9 novembre 2020.
VOLATILITA’ ANNUA 1 | AZIONARIO % | OBBLIGAZIONARIO % | MATERIE PRIME % | LIQUIDITÀ %* | ||
Cash | Sintetica* | |||||
MS INVF Global Balanced Risk Control Fund of Funds (EUR) | 4% - 10% |
34,6 |
63,6 |
1,9 |
8,0 |
-8,0 |
MS INVF Global Balanced Income Fund (EUR) | 4% – 10% |
27,1 |
56,3 |
1,9 |
7,3 |
7,4 |
MS INVF Global Balanced Fund (EUR) | 4% – 10% |
37,3 |
59,7 |
1,9 |
8,1 |
-6,8 |
MS INVF Global Balanced Defensive Fund (EUR) | 2% – 6% |
16,0 |
70,2 |
1,0 |
6,4 |
6,4 |
MS INVF Global Balanced Sustainable (EUR) | 4%-10% | 22,4 | 68,7 | 1,9 | 7,6 | -0,6 |
CONSIDERAZIONI SUI RISCHI
Non vi è alcuna garanzia che l’obiettivo d’investimento della Strategia venga raggiunto. I portafogli sono esposti al rischio di mercato, ovvero alla possibilità che il valore di mercato dei titoli detenuti dal portafoglio diminuisca e che il valore delle azioni del portafoglio sia conseguentemente inferiore all’importo pagato dall’investitore per acquistarle. Di conseguenza, l’investimento in questo portafoglio può comportare una perdita per l’investitore. Inoltre, la strategia può essere esposta ad alcuni rischi aggiuntivi. Esiste il rischio che, in base alle effettive condizioni di mercato, la metodologia e le ipotesi di asset allocation elaborate dal Consulente per i portafogli sottostanti si rivelino errate e che il portafoglio non raggiunga il suo obiettivo d’investimento. I corsi azionari tendono inoltre a essere volatili e la possibilità di subire perdite è significativa. Gli investimenti del portafoglio in certificati legati alle materie prime comportano rischi notevoli, ivi compreso il rischio di un sensibile deprezzamento del capitale investito. In aggiunta ai rischi inerenti alle materie prime, tali investimenti sono esposti a rischi specifici, quali il rischio di perdita di capitale e interessi, l’assenza di un mercato secondario e il rischio di livelli superiori di volatilità, che non interessano i tradizionali titoli azionari e di debito. Le oscillazioni dei cambi potrebbero annullare i guadagni generati dagli investimenti o accentuare le perdite. I titoli obbligazionari sono soggetti alla capacità dell’emittente di rimborsare puntualmente capitale e interessi (rischio di credito), alle variazioni dei tassi d’interesse (rischio di tasso d’interesse), al merito di credito dell’emittente e alle condizioni generali di liquidità del mercato (rischio di mercato). In un contesto di aumento dei tassi d’interesse, i prezzi obbligazionari possono scendere. Le azioni e i titoli esteri risentono in genere di una maggiore volatilità rispetto agli strumenti obbligazionari e sono soggetti a rischi di cambio, politici, economici e di mercato. Le quotazioni tendono a oscillare in risposta a eventi specifici in seno a una determinata società. I titoli delle società a bassa capitalizzazione comportano rischi particolari, come l’esiguità delle linee di prodotto, dei mercati e delle risorse finanziarie, e possono registrare una maggiore volatilità di mercato rispetto a quelli di società più consolidate di dimensioni maggiori. I rischi associati agli investimenti nei Mercati Emergenti sono maggiori di quelli associati agli investimenti nei Mercati Sviluppati esteri. Le azioni degli exchange traded funds (ETF) comportano molti dei rischi associati agli investimenti diretti in azioni ordinarie od obbligazioni e il loro valore di mercato oscilla al variare del valore dell’indice sottostante. Investendo in ETF e in altri Fondi d’investimento, il portafoglio assorbe sia le proprie spese che quelle degli ETF e dei Fondi d’investimento nei quali investe. La domanda e l’offerta di ETF e di Fondi d’investimento potrebbero non essere correlate a quelle dei titoli sottostanti. Gli strumenti derivati possono essere illiquidi, amplificare le perdite in misura più che proporzionale e avere un impatto negativo potenzialmente consistente sulla performance del portafoglio. Un contratto a termine su valute è uno strumento di copertura che non implica alcun pagamento anticipato. L’uso della leva finanziaria può accentuare la volatilità del Portafoglio. La diversificazione non protegge dalle perdite in un particolare mercato, tuttavia permette di distribuire il rischio tra le varie classi di attività.
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Managing Director
Global Balanced Risk Control Team
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Vice President
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