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Meno promesse e migliori risultati
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Global Fixed Income Bulletin
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giugno 14, 2023
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giugno 14, 2023
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Meno promesse e migliori risultati |
A maggio l'economia americana sembra essersi rafforzata nonostante le deboli aspettative prospettate per il mese e la volatilità che ha caratterizzato il periodo in esame. Una volta lasciate alle spalle le turbolenze bancarie di marzo, l'attenzione generale è stata rivolta al tetto del debito degli Stati Uniti. Al prospettarsi dell'imminente raggiungimento di un accordo, l'incertezza si è attenuata e gli occhi sono tornati sui dati economici. Gli Stati Uniti non hanno deluso, allontanando ulteriormente la futura recessione e i tagli dei tassi della Fed.
A maggio il contesto lasciava presagire un indebolimento dell'economia statunitense rispetto all'Area Euro e alla Cina, ma i dati economici e il mercato del lavoro si sono rivelati più solidi del previsto. I dati sull'occupazione hanno sorpreso al rialzo per il 13° mese consecutivo (per poi essere superati dai dati pubblicati a inizio giugno). Anche altri dati sul mercato del lavoro, tra cui JOLTS[1], ADP e le richieste di sussidi di disoccupazione, sono risultati positivi. In Europa, i mercati hanno dovuto fare i conti con sorprese al ribasso dell'inflazione sia complessiva che strutturale e con il rallentamento delle aspettative di crescita. Anche in Cina i dati sono risultati più deboli del previsto, deludendo i rialzisti cinesi: gli indici PMI di maggio hanno confermato la debolezza dell'economia, e l'economia ha continuato a risentire dell'effetto negativo del settore immobiliare.
Le banche centrali dei mercati sviluppati hanno continuato a innalzare i tassi di riferimento per contrastare la persistenza dell’inflazione, comportando un significativo aumento dei rendimenti globali, con il tasso dei Treasury decennali in rialzo di 22 punti base (pb) e un ampliamento degli spread creditizi. I dati solidi degli Stati Uniti, i toni restrittivi adottati dalla Fed e un'inflazione nell'Area Euro più bassa delle attese hanno sostenuto il valore del dollaro statunitense, invertendo la rotta rispetto al primo trimestre. I mercati creditizi sono ancora preoccupati dall’inasprimento delle condizioni di finanziamento dovuto ai problemi incontrati dalle banche regionali statunitensi e l'indagine della Fed sul prestito “senior” mostra condizioni che fanno presagire una recessione. Alla fine del mese, tuttavia, il sentiment è migliorato e gli spread si sono compressi rispetto agli allargamenti dei livelli infra-mensili. Il mercato statunitense dei titoli ipotecari di agenzia ha continuato a registrare spread più ampi, in quanto lo spettro delle vendite da parte delle banche e della Fed ha inciso negativamente sulla fiducia. Il rafforzamento dell'economia statunitense e l'orientamento più restrittivo della Fed hanno avuto un impatto negativo anche sul debito dei mercati emergenti (EMD), in quanto il dollaro statunitense ha sovraperformato la maggior parte delle valute EM.
Prospettive per il mercato obbligazionario
Domare l'inflazione rimane il principale obiettivo della politica monetaria, ma è chiaro che si sta avvicinando la fine del ciclo di rialzo dei tassi. L'economia è rallentata nell'Area Euro, il che è indicativo del fatto che l'inasprimento è risultato efficace nel frenare la crescita economica e che l'inflazione ha iniziato a rallentare in modo significativo, sebbene da livelli molto elevati che rimangono superiori a quelli degli Stati Uniti. L'inflazione non sta tuttavia scendendo a un ritmo sufficientemente sostenuto e né i mercati del lavoro né i salari mostrano segni di moderazione. Nessuna banca centrale dei mercati sviluppati prevede che la prossima mossa sarà un taglio dei tassi. Infatti, all'inizio di giugno, le banche centrali di Australia e Canada hanno sorpreso i mercati e gli analisti aumentando i tassi in modo piuttosto inaspettato, dimostrando che una "pausa" nei rialzi dei tassi non significa che il ciclo di inasprimento si sia concluso. Sebbene l'inflazione complessiva sia notevolmente diminuita e continui a scendere, l'inflazione strutturale rimane elevata nell'Area Euro e altrove, con l'accelerazione della crescita dei salari che continua a rappresentare un problema. Prevediamo di mantenere una posizione di relativo sottopeso nella duration dell'Area Euro in quanto ci aspettiamo che la Banca Centrale Europea (BCE) assuma un orientamento relativamente più restrittivo rispetto alle banche centrali dei paesi emergenti. Negli Stati Uniti, il problema per i mercati è rappresentato dal fatto che l'inflazione non sta scendendo a un ritmo sufficientemente rapido da impedire alla banca centrale di continuare ad aumentare i tassi. Il resiliente settore dei servizi sta compensando la debolezza dell'attività manifatturiera/industriale. Una combinazione insolita per gli standard del ciclo economico, ma questo ciclo economico non sembra avere precedenti.
Si escludono tagli dei tassi nel mercato statunitense per il 2023. Se da un lato una pausa a giugno potrebbe essere ancora possibile, dall'altro non si sa con esattezza se gli Stati Uniti dovranno o meno continuare ad aumentare i tassi in occasione delle riunioni di giugno e luglio. Anche i falchi più accaniti in seno al Federal Open Market Committee (FOMC) ammettono che la politica monetaria non è in territorio restrittivo. La questione è quanto restrittiva, ed entro quando la Fed desidera raggiungere il suo obiettivo di inflazione. Non ci aspettiamo un risultato accomodante; forse neutrale, o addirittura restrittivo, a fronte di un eventuale rialzo dei tassi. La rinnovata retorica restrittiva della Fed negli ultimi mesi e i dati sorprendentemente solidi hanno ulteriormente rafforzato il dollaro statunitense. Non riteniamo che questa situazione sia sostenibile e raccomandiamo una posizione di sottopeso.
La risoluzione della crisi del tetto del debito statunitense e i solidi dati sull'occupazione e sui consumi delle famiglie dovrebbero consentire agli Stati Uniti di evitare una recessione quest'anno. L'assenza di un fattore scatenante per la contrazione della spesa delle famiglie e delle imprese è indicativa del fatto che l'economia andrà bene durante l'estate (come la maggior parte delle economie dei mercati sviluppati) ed è positivo per gli attivi rischiosi. Continuiamo a perseguire la nostra strategia di assunzione del rischio laddove le opportunità lascino presagire un rendimento adeguato per compensare la volatilità inattesa o eventi negativi inaspettati, siano esse di natura geopolitica, economica o risultanti da misure di politica monetaria. I rischi a medio termine di un rallentamento dell'economia permangono, sebbene l'impatto dovuto all'irrigidimento delle condizioni di finanziamento, alla politica monetaria restrittiva e al rallentamento del mercato del lavoro debbano ancora essere pienamente avvertiti dai consumatori e dalle imprese. Prevediamo una recessione moderata nel 2024 senza drastico aumento delle insolvenze o del premio al rischio - forse un atterraggio semi-morbido?
Riteniamo che le obbligazioni societarie dovrebbero essere in grado di offrire rendimenti positivi nel terzo trimestre. È probabile che le emissioni rimangano elevate a giugno e le società che cercano di trarre vantaggio dalla domanda di credito investment grade con anticipazione dei collocamenti contrasteranno il restringimento degli spread. A fronte di condizioni economiche avverse, ma con un momentum ancora positivo, riteniamo che il carry piuttosto che l'apprezzamento del capitale sia il probabile fattore determinante dei rendimenti dei titoli societari investment grade nella seconda metà del 2023.
Poiché si prevede un aumento dei rendimenti, cercheremo di aumentare l’esposizione al rischio di tasso d'interesse nei portafogli in caso di ulteriori contraccolpi sui rendimenti dei Treasury. Le economie crescono lentamente e l'inflazione è in calo, entrambi fattori positivi per le obbligazioni. Continuiamo inoltre a cercare approcci per migliorare in modo intelligente la qualità del credito, riducendo al minimo le perdite nei rendimenti attesi. Riteniamo che i mercati creditizi appaiono lievemente sottovalutati ma, per il segmento investment grade, questo valore proviene perlopiù da obbligazioni emesse da istituti finanziari. Gli spread sono al di sopra della media, seppur non in maniera significativa, pertanto il carry game offre poche opportunità di compressione degli spread nel breve termine. Considerato che prevediamo un rallentamento economico ma nessuna significativa recessione quest’anno, le obbligazioni high yield a breve scadenza presentano una valutazione attraente e, se scelte con cura, potrebbero generare un rendimento interessante.
I titoli cartolarizzati continuano ad apparire i più appetibili. Riteniamo che il rischio di credito di titoli garantiti da ipoteche residenziali e commerciali selezionati, come le abitazioni plurifamiliari, sia interessante alla luce delle buone condizioni in cui versano i bilanci delle famiglie e delle imprese e della forte crescita del reddito delle famiglie. Nell’ambito del credito cartolarizzato, privilegiamo i mutui residenziali non di agenzia, malgrado le aspettative di un probabile calo dei prezzi delle abitazioni negli Stati Uniti nel 2023.
I recenti eventi continuano a essere negativi per il dollaro USA. Continuiamo a sottopesare il dollaro statunitense nel lungo termine rispetto a un paniere di valute dei mercati sviluppati ed emergenti. Continuiamo inoltre a preferire i titoli di Stato in valuta locale dei mercati emergenti rispetto alle obbligazioni in valuta forte e ai titoli di Stato dei mercati sviluppati.
Tassi d’Interesse/Tassi di Cambio dei Mercati Sviluppati
Analisi mensile
I tassi dei mercati sviluppati sono generalmente aumentati a maggio. I rendimenti dei Treasury statunitensi decennali, dei gilt decennali e delle obbligazioni australiane decennali hanno registrato un rialzo rispettivamente di 22, 42 e 27 punti base. I Bund hanno sovraperformato, terminando il mese con un calo di 3 pb in seguito all’inatteso indebolimento dei dati economici e dell’inflazione in Europa. Nel complesso, numerosi dati hanno evidenziato la tenuta dell’economia e una pressione inflazionistica sostenuta, ad esempio negli Stati Uniti, in Australia e, soprattutto, nel Regno Unito. La tanto attesa indagine Senior Loan Officer Survey ha evidenziato che le condizioni di credito si sono inasprite, ma forse meno gravemente rispetto alle previsioni del mercato. La Fed, la BCE, la BoE e la Norges Bank hanno tutte optato per un rialzo di 25 pb, in linea con le attese dei mercati. Le decisioni delle banche centrali australiana e neozelandese hanno sorpreso maggiormente i mercati, con un rialzo di 25 punti base della RBA dopo la pausa del mese precedente. Di contro, la Reserve Bank of New Zealand ha sorpreso leggermente i mercati con un aumento di soli 25 pb (rispetto ai potenziali 50 pb), mantenendo invariata la traiettoria di politica monetaria rispetto alle aspettative di un orientamento più restrittivo.2
Prospettive
Adesso che i gravi problemi del settore bancario sembrano essersi appianati e la crisi del tetto del debito è stata risolta, l’attenzione del mercato si è spostata verso l’interpretazione dei nuovi dati economici. Inoltre, negli Stati Uniti, il mercato sta valutando le implicazioni della ricostruzione del Treasury General Account (TGA) in seguito alla risoluzione del tetto del debito. Se da un lato la crisi del settore bancario si è calmata, le condizioni di credito sono ancora rigide e potrebbero inasprirsi ulteriormente, esercitando una maggiore pressione su chi richiede finanziamenti. Premesso ciò, nonostante l’ulteriore irrigidimento delle condizioni di credito e le aspettative di un rallentamento, i dati economici oggettivi non registrano ancora alcun peggioramento significativo e il mercato sta ricominciando a scontare tassi terminali più elevati e a escludere ribassi. Per il momento è consigliabile armarsi di pazienza, in attesa di maggiori chiarimenti, approfittando di ulteriori anomalie relative. Sul fronte valutario, con un'economia statunitense più resiliente e una maggiore fiducia nel sistema bancario americano, il dollaro USA si è rafforzato a maggio. Prevediamo che il dollaro continuerà a indebolirsi e abbiamo apportato aggiustamenti tattici laddove sussistono interessanti opportunità.
Tassi d’Interesse/Tassi di Cambio dei Mercati Emergenti
Analisi mensile
Nel mese di maggio la performance del debito dei mercati emergenti è stata negativa. Le valute dei mercati emergenti si sono generalmente indebolite, ma alcune hanno brillato, come quelle di Colombia, Messico e Perù, che si sono rafforzate. La lira turca ha toccato nuovi minimi dopo la rielezione di Erdogan come presidente. Su base mensile gli spread societari si sono ampliati, mentre quelli sovrani si sono lievemente compressi. Da inizio anno i flussi sono scesi su livelli negativi. I flussi di maggio sono risultati negativi a causa dei deflussi in valuta forte; tuttavia, gli afflussi dei fondi in valuta locale sono stati positivi.3
Prospettive
Rimaniamo ottimisti per questa classe di attivo. Riteniamo che la Fed statunitense si stia avvicinando al momento di una pausa nell’attuale ciclo di inasprimento, uno sviluppo che potrebbe alleggerire le pressioni legate al rafforzamento del dollaro statunitense. Se ciò dovesse accadere, alcune banche centrali dei mercati emergenti potrebbero essere in grado di allentare le politiche monetarie. Alcune banche centrali dell’America Latina hanno già iniziato ad abbassare i tassi, ad esempio Costa Rica, Uruguay e, più recentemente, la Repubblica Dominicana, che l’ultimo giorno del mese ha operato un taglio di 50 punti base. La crescita, l’inflazione e le politiche monetarie variano notevolmente tra i diversi paesi e crediti dei mercati emergenti. Pertanto l’analisi bottom-up è fondamentale per individuare valore.
Credito societario
Analisi mensile
Nel mese, gli spread del segmento investment grade statunitense hanno sovraperformato quelli dell’IG dell'Eurozona, in un contesto segnato da un’elevata volatilità del mercato del credito dovuta a svariati fattori. In primo luogo, i timori relativi ai negoziati sul tetto del debito degli Stati Uniti hanno tenuto banco per la maggior parte del mese, anche se poi la situazione si è risolta nel giro di poche settimane. In secondo luogo, la volatilità delle banche regionali statunitensi rimane elevata, nonostante il sentiment sia migliorato nel corso del mese con l'acquisizione di First Republic da parte di JPM. I dati economici hanno continuato a far emergere segnali di debolezza nel corso del mese a livello globale, in particolare nel settore manifatturiero. Inoltre, l’inflazione è rimasta ostinatamente tendente al rialzo. Infine, è da notare la maggiore debolezza dei mercati azionari e delle materie prime, eccetto il settore tecnologico, che ha beneficiato della grande attenzione suscitata dalle molteplici applicazioni dell’intelligenza artificiale.4
I mercati high yield statunitensi e globali si sono indeboliti a maggio e la debolezza è generalmente attribuibile all'aumento dei tassi rispetto alle preoccupazioni sul credito dei paesi emergenti. Le condizioni tecniche dell'high yield hanno continuato a migliorare a maggio, a fronte di un contesto caratterizzato da minore volatilità. Su base mensile, le emissioni sono aumentate ancora una volta. I segmenti di mercato di qualità inferiore hanno generalmente sovraperformato a maggio, dopo aver sovraperformato anche ad aprile.5
I titoli convertibili globali sono riusciti a strappare un piccolo rendimento positivo a maggio, nonostante l'arretramento dei mercati azionari e creditizi. L'Indice MSCI Global Equities ha perso l’1,32% e il Bloomberg Global Aggregate Credit è diminuito dell’1,86%, mentre l'Indice Refinitiv Global Convertibles Focus ha guadagnato lo 0,24%. I titoli azionari e il credito hanno subito una flessione a causa dei timori di recessione, ma la performance dei titoli convertibili è stata favorita dal comparto tecnologico. Anche le emissioni hanno avuto un nuovo impulso, con 7,9 miliardi di dollari di nuovi collocamenti, provenienti soprattutto dagli Stati Uniti e rappresentando il secondo miglior mese del 2023 in termini di offerta.6
Prospettive
Se guardiamo al futuro, il nostro scenario di base prevede un lieve rallentamento dell'economia. La portata e le conseguenze su declassamenti e insolvenze saranno probabilmente minori in quanto la combinazione di elevati livelli occupazionali e prudenza dei dirigenti aziendali favorisce i mercati creditizi. Infine, la domanda di titoli obbligazionari di alta qualità rimane robusta come evidenziato dalla contestuale presenza di una forte offerta. Rimaniamo prudenti nei confronti del mercato high yield mentre ci avviciniamo al secondo trimestre del 2023. Una debolezza episodica accompagnata da un andamento volatile degli spread sembra rappresentare l’evoluzione futura più probabile. I titoli convertibili continuano ad apparire interessanti grazie al valutazioni convenienti e a prezzi sotto la pari per molte società.
Prodotti cartolarizzati
Analisi mensile
I rendimenti dei titoli cartolarizzati restano su livelli storicamente elevati. Riteniamo che questi ampi spread offrano una remunerazione più che sufficiente per gli attuali rischi di mercato. I fondamentali del credito rimangono stabili nonostante i rischi di recessione. Sebbene i tassi di morosità riguardanti molte classi di attivo stiano aumentando lentamente, i tassi di morosità complessivi rimangono bassi in termini storici. Riteniamo che i tassi di morosità e di default non rappresenteranno un rischio per la stragrande maggioranza dei titoli cartolarizzati. Le nostre posizioni in prodotti cartolarizzati europei sono rimaste praticamente invariate a maggio, ma, nel corso dell’ultimo anno, abbiamo significativamente ridotto la nostra esposizione ai titoli cartolarizzati europei.7
Prospettive
Restiamo dell’idea che i fondamentali del credito dei mercati dei mutui residenziali rimangano solidi, ma riteniamo anche che alla luce del previsto rallentamento dell’economia siano giustificati premi al rischio più elevati per tutti gli attivi creditizi. Il nostro settore preferito rimane quello del credito ipotecario residenziale, nonostante le nostre aspettative di un probabile ulteriore calo dei prezzi delle abitazioni statunitensi nel 2023 nell’ordine del 5-10%. Continuiamo a favorire i mutui di più lungo corso (accesi nel 2020 o prima) dato il notevole apprezzamento dei prezzi delle case negli ultimi anni. Rimaniamo più prudenti nei confronti degli immobili commerciali, in particolare per gli uffici, che continuano a risentire negativamente degli sviluppi post-pandemici.