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Segnali anticipatori di un atterraggio morbido
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luglio 06, 2023
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luglio 06, 2023
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Segnali anticipatori di un atterraggio morbido |
Giugno è stato un mese positivo per l’azionario globale, con l’indice S&P 500 che ha reso il 6,6%1 (USD) e il rialzo dell’indice MSCI Europe (EUR) al 2,4%1. alla riunione del FOMC di giugno2 La Federal Reserve statunitense ha mantenuto i tassi stabili, infondendo un clima di fiducia nel mercato. Sullo sfondo dell’avanzata dell’intelligenza artificiale, la prima metà del mese ha registrato una performance positiva grazie ai titoli legati al settore tecnologico. Di fatto, nel primo semestre del 2023 il mercato azionario statunitense è stato trainato da una manciata di titoli tecnologici. Tuttavia, nel complesso, i beni di consumo discrezionali hanno registrato la performance migliore del mese, dimostrando che anche il resto del mercato sta recuperando terreno in termini di rendimento. L’azionario giapponese continua a offrire performance estremamente positive, evidenziate dal rendimento del 7,7% dell’indice MSCI Japan (JPY)1. Anche l’indice MSCI Emerging Markets ha registrato un rialzo del 3,9%1. I rendimenti dei Treasury decennali statunitensi sono rimasti confinati in un intervallo ristretto, chiudendo al 3,81% a giugno3. L’indice VIX ha raggiunto il minimo annuo a giugno, chiudendo il mese al 13,63.
Basiamo la nostra proposta di un “soft landing” (atterraggio morbido) sulla resilienza del mercato del lavoro, sia pure con qualche rallentamento, dal momento che le imprese in alcuni settori continuano a occupare le posizioni vacanti e a conservare la forza lavoro attuale. Le aziende del settore dei servizi sono state decisamente più colpite dalla pandemia di Covid-19 rispetto a quelle del manifatturiero a causa dei lockdown e della perdita di posti di lavoro e non hanno ancora terminato di ricostituire l’organico post-pandemia. I livelli dell’offerta di impieghi continua a essere superiore ai livelli pre Covid e, davanti una spesa per il consumo vigorosa, i datori di lavoro sono costretti a ritenere i propri dipendenti. La crescita dei salari reali dovrebbe riprendere nel secondo semestre e nel 2024. Ciò dovrebbe anche contribuire a scongiurare un forte calo dei consumi con il progressivo venir meno degli effetti degli stimoli fiscali attuati durante la pandemia e il calo della domanda dovuto all’’irrigidimento delle condizioni finanziarie, andando così ad indicare la possibilità di un atterraggio morbido. Inoltre, gli investitori e gli analisti hanno iniziato a rivedere le previsioni sulla recessione, propendendo per un’assenza di recessione o per una recessione nell’ultima parte dell’anno. Inoltre, sono aumentate le aspettative di una recessione lieve in contrapposizione a un “hard landing” (atterraggio duro).
Tutto è relativo
Inseguendo lo sfuggente obiettivo d’inflazione al 2%, nel mese di giugno molte banche centrali dei mercati sviluppati, eccezione fatta per Federal Reserve e Banca del Giappone, hanno di nuovo aumentato i tassi. Pere quanto l’inflazione complessiva possa rallentare, l’inflazione core rimane persistente. Le banche centrali globali possono però decidere di trovare un equilibrio tra rischi di crescita e l’inflazione. Potrebbero mantenere un orientamento restrittivo e continuare ad aumentare i tassi, sia pure in modo graduale. Tuttavia le condizioni attuali rispecchiano il nostro punto di vista, secondo cui l’orientamento delle politiche nei confronti dell’inflazione è più accomodante che restrittivo, il che incoraggerebbe gli attivi ad alto rischio, lasciando intendere che l’inflazione potrebbe restare più alta più a lungo.
Le banche centrali dei mercati emergenti, invece, sono in una fase avanzata delle loro politiche aggressive. Avendo già raggiunto un buon grado di controllo dell’inflazione, stanno ora inviando alcuni segnali che lasciano presagire la fine dei rialzi dei tassi e perfino una svolta accomodante, a tutto vantaggio degli attivi rischiosi.
I dubbi circa la capacità delle banche centrali di contenere l’inflazione e di stabilizzarla con successo e la possibilità di un’inflazione disancorata sarà probabilmente uno dei principali temi di interesse per i restanti mesi dell’anno.
Implicazioni per gli investimenti
Giugno è stato il mese migliore dell’anno per l’azionario e, sebbene i titoli tecnologici abbiano dato impulso ai guadagni, riteniamo che al momento gli altri settori ciclici del mercato siano più stabili e sottostimati. Tenendo conto di ciò, e per via della volatilità contenuta dei mercati, a giugno abbiamo aumentato marginalmente l’esposizione azionaria. Durante il mese abbiamo anche apportato le seguenti modifiche in chiave tattica:
Azionario statunitense
Abbiamo rivisto al rialzo il giudizio sull’azionario statunitense, da sottopeso a neutro, perché i fondamentali sembrano in via di stabilizzazione. Le valutazioni complessive appaiono elevate ma ciò è strettamente legato ad una manciata di titoli. Ci aspettiamo che altri titoli, attualmente con P/E medio-basso rispetto ai valori storici, guadagnino terreno man mano che ci lasciamo alle spalle la prospettiva di uno scenario di atterraggio duro.
Azionario giapponese
Abbiamo anche aumentato l’azionario giapponese poiché l’economia del Giappone è in costante ripresa e il ritorno dell’inflazione favorisce la crescita delle vendite nominali. A nostro avviso è probabile un aumento dei margini di profitto a mano a mano che la produzione si riassesta, le strozzature della filiera produttiva diminuiscono e i prezzi delle materie prime si stabilizzano.
Tassi SOFR
Abbiamo chiuso la nostra posizione nello strumento Secured Overnight Financing Rate (SOFR), aperta nella prima metà di maggio, che ha già prodotto i suoi effetti per l’orientamento restrittivo della Federal Reserve.
Azionario italiano
Abbiamo chiuso la posizione nell’indice FTSE MIB, passando da un posizionamento di sovrappeso a uno neutrale nell’azionario italiano. Il premio al rischio paese non ha pagato pienamente nel caso dei titoli italiani per la presenza di altre valide opportunità nella regione e anche perché stiamo passando a una valutazione più equilibrata delle economie statunitense ed europea.
Yen giapponese
Abbiamo ampliato il nostro sovrappeso nello yen giapponese aggiungendo una posizione lunga rispetto all’euro. Poiché lo yen si sta avvicinando ai livelli precedenti all’intervento della Banca del Giappone, riteniamo che ulteriori perdite siano limitate, rendendo asimmetrici i risultati previsionali.
La performance dell’indice è riportata esclusivamente a solo scopo illustrativo e non intende rappresentare la performance di alcun investimento specifico. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Si rimanda alla sezione Informazioni importanti per le definizioni degli indici.
Fonte: Team GBaR di MSIM. Il giudizio precedente risale al 31 maggio 2023 e quello attuale è aggiornato al 30 aprile 2023. A solo scopo informativo e non da intendersi come una raccomandazione o un’offerta per l’acquisto o la vendita di valori mobiliari o l’adozione di una qualsiasi strategia d’investimento. I giudizi tattici di cui sopra riflettono in linea di massima le opinioni e le implementazioni del nostro team e vengono riportati a scopo di comunicazione con i clienti. Le informazioni riportate nel presente documento non tengono conto degli obiettivi finanziari, della situazione e delle esigenze specifiche dei singoli investitori. I segnali rappresentano il giudizio del team GBaR su ciascuna classe di attivo. Un segnale negativo indica un giudizio relativo negativo o in sottopeso, un segnale positivo indica un giudizio relativo positivo o in sovrappeso.
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