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Oggi domina l’avversione al rischio, ma s’intravede la luce in fondo al tunnel
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Market Pulse
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settembre 08, 2020
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settembre 08, 2020
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Oggi domina l’avversione al rischio, ma s’intravede la luce in fondo al tunnel |
Salve, sono Jim Caron, gestore del team Global Fixed Income. Questa settimana vorrei parlarvi degli ultimi sviluppi in corso sui mercati, che sono in balia dell’avversione al rischio.
Vediamo che la volatilità è in aumento. E anche che il dollaro USA sta guadagnando quota. Sono due sviluppi fortemente correlati a episodi di avversione al rischio. Lo stesso dicasi per i tassi reali. Non dimentichiamo che la discesa dei tassi reali è stata espressione di attività riconducibili alla propensione al rischio, laddove le condizioni finanziarie più espansive hanno impresso slancio ai prezzi dei titoli. Adesso, i tassi reali stanno cominciando a risalire. I tassi decennali sono ancora a -100 punti base, un livello estremamente basso. Ma quel che conta davvero è il delta.
Prevediamo inoltre ingenti emissioni societarie a settembre, una dinamica molto comune nel terzo trimestre. Settembre è il mese in cui l’offerta nei vari segmenti di mercato tende a congestionarsi e ciò potrebbe pesare anche sui titoli a spread, allargandone i differenziali.
Questi sono tutti elementi di apprensione di cui bisogna essere consapevoli, unitamente alla innegabile realtà di una situazione di avversione al rischio attualmente in corso. Tuttavia, crediamo si tratti di una correzione dei mercati, pertanto non vogliamo perdere di vista il quadro generale.
Vorrei tornare per un attimo alla settimana scorsa e parlare del rapporto sull’occupazione pubblicato venerdì. Il tasso di disoccupazione si è attestato all’8,4%. Le attese di un 9,8% sono dunque state ampiamente superate, con la creazione di circa 1,4 milioni di posti di lavoro. Il settore manifatturiero e quello privato (quest’ultimo sotto di circa un milione di posti di lavoro) hanno invece mancato le stime.
Gli utili, tuttavia, continuano ad aumentare. Guardando alle indagini condotte presso le famiglie, abbiamo 3,8 milioni di nuovi occupati a fronte della diminuzione di 2,8 milioni del numero di disoccupati. Si tratta di un risultato senz’altro soddisfacente e positivo, ma non abituiamoci a un milione di posti di lavoro in più ogni mese. Il ritmo è destinato inevitabilmente a rallentare, benché a nostro avviso la creazione di posti di lavoro proseguirà a un tasso sostenuto. In sintesi, il mercato del lavoro sembra cavarsela benissimo.
Uno degli indicatori più trascurati fino a questo momento è la produttività. L’avversione al rischio ha dominato l’attività sui mercati e la produttività è un fattore estremamente tecnico e facile da tralasciare. Ma è un indicatore che io personalmente tengo d’occhio, e che è stato diffuso giovedì scorso.
Cos’è dunque la produttività?
La produttività è data dal PIL per il numero di ore lavorate. Riflette l’efficienza di un’economia in termini di crescita o di creazione di PIL potenziale. Un aumento della produttività crea crescita con poca inflazione, il che significa crescita di maggiore qualità o una maggiore crescita reale.
Di solito, questi dati escono con un ritardo di tre mesi, ma giovedì è stato pubblicato il dato rivisto al rialzo, precisamente dal 7,3% al 10,1% su base trimestrale annualizzata. Si tratta di una correzione notevole, pari a circa il 3%, dell’aumento della produttività nel secondo trimestre. Se si trattasse di un evento isolato non avrebbe senso prestarvi grande attenzione, in quanto eventuali scossoni sono da mettere in conto. Ma in realtà si tratta di una tendenza delineatasi negli ultimi cinque anni, che sta accelerando in maniera significativa.
La produttività è aumentata molto più velocemente negli ultimi tre anni ed è un fenomeno che deve far riflettere. In questo momento, i forti aumenti della produttività sono per noi di fondamentale importanza. I fattori in grado di alimentare il PIL potenziale sono la crescita della produttività e la crescita della forza lavoro, che abbiamo osservato venerdì scorso. Ad agosto la forza lavoro è cresciuta di circa lo 0,3%, pertanto il tasso di partecipazione è molto elevato.
Questo significa che la politica monetaria e persino quella fiscale delle banche centrali possono rimanere imponenti ed espansive più a lungo senza creare inflazione. E ciò è di grande aiuto all’apprezzamento delle attività finanziarie. Ecco perché affermo che il quadro complessivo è ancora estremamente favorevole.
La domanda è quindi: perché la produttività aumenta? Una parola sola: investimenti. La spesa in conto capitale sta aumentando. È vero, molti diranno che la spesa per investimenti è pari ad appena il 15% del PIL, una percentuale estremamente esigua del PIL complessivo. Eppure fa da volano alla produttività, che a sua volta alimenta gli utili. E crea posti di lavoro, dunque ha un maggiore effetto moltiplicatore sull’economia più ampia.
Nel terzo trimestre prevediamo un aumento della spesa in conto capitale pari a circa il 15% su base trimestrale annualizzata. La spesa in conto capitale della “new economy” non è fatta solo di macchinari e cose simili, benché anche quella stia aumentando. Più del 50% di questa nuova spesa capitale è fatta di apparecchiature tecnologiche e di ricerca e sviluppo software: è la nuova economia in cui viviamo, la destinataria di gran parte degli investimenti. E ciò potrebbe consentire alla produttività di continuare a crescere.
Questa crescita tende a manifestarsi con uno sfasamento temporale di circa tre anni rispetto alle variazioni di maggiore entità del PIL, pertanto gli investimenti odierni daranno i loro frutti in futuro, e con un effetto moltiplicatore.
Dunque, pur trovandoci in questo momento dinanzi a un contesto di avversione al rischio e a schermi pieni di sigle rosse (con un’offerta abbondante nei mercati obbligazionari e un potenziale allargamento degli spread a settembre dopo la notevole compressione), non dobbiamo perdere di vista il quadro generale. Molti dei fattori tecnici e alcuni fondamentali restano estremamente solidi. Continuiamo a considerarla un’opportunità d’acquisto.
Lasciatemi concludere augurandovi di stare bene e raccomandandovi di rimanere al sicuro. Alla prossima settimana. Grazie.
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Managing Director
Global Fixed Income Team
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