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Politica o pandemia: cosa determinerà i prezzi dei titoli?
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Market Pulse
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giugno 29, 2020
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giugno 29, 2020
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Politica o pandemia: cosa determinerà i prezzi dei titoli? |
Buongiorno, sono Jim Caron, portfolio manager del team Global Fixed Income.
La settimana scorsa abbiamo parlato del terzo trimestre e di come dovrebbe essere migliore del secondo. Questo è certamente il caso e le nostre aspettative. Ma la domanda che abbiamo posto la settimana scorsa è stata: "I dati saranno buoni abbastanza?" Perché tutti si aspettavano che il terzo trimestre avrebbe registrato una forte ripresa rispetto al secondo trimestre e che la recessione sarebbe finita.
Beh, qualcosa si è intromesso in tutto questo. Ovvero, purtroppo, si è avuto un aumento dei casi di virus, e questo ha causato una riduzione dell'attività economica, in particolare nel settore della vendita al dettaglio, e che probabilmente influirà su alcuni dati. Così, mentre le persone avevano aspettative molto positive per il terzo trimestre, ci troviamo ad avere il vento contrario e non a favore.
Dobbiamo superare le dinamiche del virus e continuare ad avere questa ripresa in futuro, e speriamo che sarà sufficiente a sostenere i titoli finanziari. Ma in questo caso, dobbiamo pensare anche a quale sarà la risposta politica. Mi piace pensarla come la politica contro la pandemia: cosa determinerà i prezzi dei titoli?
Abbiamo capito la pandemia. Abbiamo capito il virus. Comprendiamo che le persone diventano timorose, spendono meno, rimangono a casa. Questo impatterà il commercio al dettaglio. E danneggerà il consumo, che è il 70% del PIL, e peserà sulla crescita. Tutto questo è certamente ben noto.
Ma dobbiamo anche capire che ci potrebbe essere un disallineamento nei prezzi dei titoli finanziari. E uno dei segmenti che riteniamo potrebbe favorire i prezzi dei titoli finanziari è quello dei rendimenti reali, i rendimenti reali a 10 anni. E quando dico rendimento reale, intendo il rendimento nominale a 10 anni (quindi oggi sarebbe 65 punti base) meno le aspettative di inflazione. Essenzialmente, il rendimento reale decennale si trova (quindi rendimento nominale meno inflazione) a -70 punti base. I rendimenti reali decennali si trovano qui oggi. Un rendimento reale negativo.
La politica dei tassi negativi in generale è molto stimolante per l'attività economica. Non sto parlando di tassi della Fed negativi o qualcosa del genere, ma solo in termini reali. Possedere un Treasury a 10 anni a 65 punti base in termini nominali aggiustandolo per l'inflazione è fondamentalmente come possedere un Treasury decennale a -70 punti base, e la gente non vuole guadagnare “meno” qualcosa. Quindi quello che tendono a fare, è quello che la Fed chiama un "effetto di ribilanciamento del portafoglio", ovvero passare ad altri titoli, come le titoli societari Investment Grade o l'High Yield o le azioni, o qualcosa con un rendimento reale positivo, quindi il rendimento al netto dell'inflazione o il potenziale rendimento al netto dell'inflazione.
Questo è uno stimolo molto potente per sostenere i prezzi dei titoli. I rendimenti reali che stiamo vedendo oggi sono bassi come lo sono stati nel 2012, quando i rendimenti reali decennali sono arrivati a circa - 92, -93 punti base. Oggi sono a -71. Quindi questi rendimenti reali che si stanno muovendo verso il basso rappresentano in realtà un certo sostegno dei mercati finanziari per i prezzi dei titoli.
Ma ciò che fa anche, in particolare in questo contesto di “virus contro l’attività economica”, è che abbiamo un altro piano di stimolo in cantiere e le probabilità sono che più il mercato è in difficoltà ad andare avanti, più è probabile che i politici voteranno per un programma di stimolo più grande. Ecco, questa è un'altra questione che viene introdotta nei mercati.
Con bassi tassi d'interesse, con una politica di bassi tassi e anche solo bassi rendimenti nominali, si va ad impattare il dollaro. Il dollaro USA sta cominciando a indebolirsi. Infatti, stiamo vedendo in Europa un po’ di mobilità delle persone sulla spesa e l'attività economica che sta iniziando ad aumentare rispetto agli Stati Uniti. Ciò significa che l'euro è più probabile che si rafforzi rispetto al dollaro, ed effettivamente, la debolezza del dollaro può effettivamente essere stimolante per gli Stati Uniti. Rende i beni statunitensi più economici per gli stranieri, quindi aiuta le nostre esportazioni, e questo aiuta il PIL. E aiuta anche i mercati emergenti.
Quindi, se si ottiene una certa stabilità della crescita nel mondo, si hanno bassi tassi di interesse e si ha un dollaro più debole, dato che molto debito è denominato in dollari, in particolare nei paesi emergenti, ciò riduce i loro oneri del debito e migliora la qualità del credito dei titoli emergenti. Ora, con rendimenti reali, sostegno politico e persino un dollaro più debole, credo che alla fine questo finisca per aiutare il consumatore a pagare le bollette.
Quando guardiamo ai titoli garantiti da attività, ai finanziamenti per l’acquisto di auto, alle carte di credito, alle cose di quel tipo, quello che crediamo è che il rischio di inadempimento, anche nei mutui, per il consumatore sia in realtà inferiore. Quindi apprezziamo i titoli garantiti, che pensiamo possano continuare a fare bene nell'attuale contesto. E il rendimento ottenuto detenendo tali strumenti può anche essere interessante. Quindi i mercati emergenti e i titoli garantiti sono segmenti che stiamo iniziando a guardare nell’ambito dell’alta qualità. Non stiamo considerando la bassa qualità, ma più l’alta qualità.
Ma ciò che è veramente importante è comprendere la dinamica tra (1) ciò che sta succedendo con tassi di interesse reali bassi come meccanismo di sostegno per i titoli finanziari, (2) qualsiasi stimolo che potrebbe arrivare, potenzialmente nel mezzo alla fine del terzo trimestre, un altro ciclo di stimoli e sostegno da parte del governo federale e (3) in ultima analisi un dollaro più debole.
Questi tre elementi diventano molto favorevoli per i titoli finanziari. La notizia principale potrebbe non essere così buona, giovedì verrà rilasciato anche il dato sull’occupazione, di cui non parlerò considerando l'ampiezza del consensus. Vedremo come andrà. I dati stanno cominciando ad essere un po' più stressati poiché l'attività economica sta apparentemente iniziando ad affievolirsi dal momento che i casi di virus cominciano a salire. Speriamo che questo sia temporaneo. E speriamo che il sostegno politico, la debolezza del dollaro e i bassi tassi reali siano sufficienti a sostenere i prezzi dei titoli.
Finora, pensiamo che sia così. Le aree che stiamo guardando in questo momento, che stiamo sovrappesando di più, saranno quelle dei titoli garantiti da attività e i mercati emergenti.
Quindi, con questo, lasciatemi terminare, auguro un felice week-end di vacanza per il 4 luglio per chi di voi che si trova negli Stati Uniti. Mille Grazie.
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Managing Director
Global Fixed Income Team
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