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Gestire gli investimenti in una fase di rialzo dei tassi
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agosto 07, 2023
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agosto 07, 2023
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Gestire gli investimenti in una fase di rialzo dei tassi |
A luglio l’azionario globale ha continuato a muoversi al rialzo poiché i timori di un atterraggio duro sembrano essere venuti meno, a causa della persistente inflazione e dell’aumento dei tassi d’interesse. L’indice S&P 500 ha generato un rendimento del 3,2%1 (USD) mentre l’indice MSCI Europe (EUR) è salito del 2,0%1e l’indice MSCI Japan (JPY) ha guadagnato l’1,3%1. Tuttavia, nel mese, le performance migliori sono state quelle dei mercati emergenti, con l’indice MSCI EM in rialzo del 6,3% (USD). Quando Pechino, pur senza fornire dettagli, ha annunciato un’intensificazione delle misure di stimolo, la Cina ha messo a segno un’impennata, mantenendo poi i guadagni, con l’indice MSCI China che è avanzato del 10,7% (USD). Per quanto la maggior parte degli analisti non si aspetti misure di sostegno massicce come quelle osservate in precedenti congiunture di crisi, il rischio di instabilità è diminuito. Il rendimento del Treasury USA a 10 anni è salito, chiudendo il mese di luglio al 3,95%2 dopo aver toccato un picco del 4,06%3 nel corso del mese, quando la Federal Reserve ha deciso di alzare i tassi e l’economia ha sorpreso al rialzo. L’indice VIX è rimasto su livelli contenuti, chiudendo il mese a 13,92.
Ci stiamo avvicinando alle ultime settimane della stagione estiva e nonostante la maggior parte delle regioni geografiche sia attanagliata nella morsa di un’ondata di caldo, l’inflazione mostra finalmente segni di raffreddamento. L’indice dei prezzi al consumo (IPC) degli Stati Uniti e l’IPC core (che esclude i generi alimentari e l’energia) sono entrambi aumentati su base mensile dello 0,2%4 e i tassi annuali del 3,0%4 e 4,8%4 rispettivamente, il dato più basso da ottobre 2021. A luglio la Federal Reserve (Fed) ha aumentato i tassi di interesse dello 0,25% per l’undicesima volta negli ultimi 17 mesi, nel tentativo di contenere l’inflazione, ma ha fornito poche indicazioni sulle tempistiche o sulla possibilità di un nuovo rialzo. Di conseguenza, il tasso di riferimento dei Fed Fund è salito, toccando un nuovo picco compreso tra il 5,25% e il 5,5%5, il livello più alto da gennaio 2001. L’aspettativa di un’eventuale recessione si è spostata al 2024 e, sebbene il mercato del lavoro continui a mostrarsi in ottima salute e l’economia continui a crescere, l’inflazione rimane superiore all’obiettivo del 2% della Fed. Pur mantenendo toni vaghi sulle sue prossime mosse, la Fed ha lasciato intendere di essere pronta a intervenire, se necessario.
Il 27 luglio, anche la Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato un aumento dello 0,25% dei tassi di interesse6 dichiarando che l’inflazione, pur avendo rallentato, era ancora troppo alta per non destare preoccupazioni. L’istituto ha espresso l’intenzione di mantenere i tassi in territorio restrittivo per tutto il tempo necessario a riavvicinare l’inflazione all’obiettivo del 2%. La Banca del Giappone (BoJ), dal canto suo, ha annunciato all’unanimità la decisione di mantenere invariato il tasso di riferimento a breve termine. Tuttavia, per migliorare la sostenibilità delle sue politiche di stimolo, la BoJ ha deciso di espandere la portata della politica di controllo della curva dei rendimenti.
Implicazioni per gli investimenti
L’inflazione continua a diminuire e poiché le banche centrali di tutto il mondo continuano a rimanere dipendenti dai dati, ciò potrebbe segnare l’inizio della fine del ciclo di rialzi. Tuttavia, rimaniamo agili e ben posizionati per gestire entrambi i rischi di eventi estremi. Nei portafogli orientati al rischio abbiamo aumentato la componente di rischio. La volatilità realizzata del portafoglio ha segnato un modesto incremento e l’adeguamento ci ha permesso di mantenere sostanzialmente invariato il posizionamento generale, attuando al contempo le seguenti modifiche in chiave tattica nel mese di luglio:
Azionario statunitense
Nell’azionario statunitense, siamo passati da un posizionamento neutrale a un sovrappeso, alla luce dell’ottimo andamento del mercato del lavoro e della ripresa dei margini di utile societari. La fase favorevole dei fondamentali sta iniziando a favorire l’azionario statunitense e ad abbandonare quello dell’Eurozona.
Azionario small cap statunitense
Abbiamo ulteriormente rafforzato l’esposizione all’azionario small cap statunitense poiché, in base al nostro giudizio di un atterraggio morbido, le riteniamo le società con le valutazioni migliori. Le small cap rappresentano un beta più elevato in un contesto caratterizzato dalla resilienza del segmento growth dell’economia.
Azionario europeo
Nell’azionario europeo siamo passati da un posizionamento neutrale a un sottopeso, poiché l’economia europea sta manifestando segni di debolezza e i margini di utile delle società rischiano l’inversione dopo il picco toccato da questa classe di attivo.
Settore bancario europeo
Nel settore bancario europeo siamo passati da un posizionamento positivo a uno neutrale, a fronte della deludente crescita economica della regione e degli effetti sulla domanda della stretta monetaria operata dalla BCE.
Titoli di Stato, Grecia
Sui titoli di Stato greci siamo passati da un posizionamento neutrale a uno positivo, in quanto le prospettive di crescita della Grecia, paese dipendente dai servizi e dal turismo, si presentano più favorevoli rispetto a quelle degli omologhi europei. Le obbligazioni greche presentano inoltre valutazioni trasversali eque.
Debito sovrano ME in valuta locale
Nel debito sovrano ME in valuta locale siamo passati da un posizionamento neutrale a un sovrappeso, in quanto nel contesto attuale questa classe di attivo offre vantaggi in termini di diversificazione e presenta una minore sensibilità ai tassi di interesse, oltre a offrire rendimenti più elevati rispetto ai tradizionali titoli obbligazionari “sicuri” investment grade. Allo stesso tempo, abbiamo operato alcune prese di profitto riducendo il sovrappeso nelle obbligazioni messicane a breve scadenza.
La performance dell’indice è riportata esclusivamente a solo scopo illustrativo e non intende rappresentare la performance di alcun investimento specifico. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Si rimanda alla sezione Informazioni importanti per le definizioni degli indici.
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