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La sfida dei grandi cambiamenti che interessano chi investe a lungo termine in modo responsabile
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Calvert
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maggio 03, 2023
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maggio 03, 2023
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La sfida dei grandi cambiamenti che interessano chi investe a lungo termine in modo responsabile |
Il 2023 è iniziato da alcuni mesi e riteniamo che gli investitori responsabili di lungo termine, orientati alla gestione del rischio e alla ricerca di opportunità, debbano tenere in considerazione cambiamenti di rilievo riguardanti quattro aree:
1 | I cambiamenti che stanno interessando il sistema energetico globale, sia per quanto riguarda l’attuale sistema di combustibili fossili che per quanto riguarda lo sviluppo di un sistema distribuito a basse emissioni, sono in costante accelerazione e mettono a nudo le problematiche delle aziende di tutto il mondo. |
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2 | I cambiamenti demografici continuano ad avere ricadute sulla forza lavoro e sulle dimensioni ultime dei mercati dei consumi a livello globale. La stragrande maggioranza delle società non si è ancora del tutto adattata a questi enormi cambiamenti. |
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3 | L’aumento dei costi, come quelli dovuti ai tassi d’interesse, ai salari e alle materie prime, rappresenta una sfida unica per ciascun settore. Il risultato sarà una maggiore differenziazione tra le società in grado di gestire la propria struttura dei costi e migliorare la produttività e quelle meno efficienti o bloccate in modelli operativi con costi fissi elevati. |
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4 | Nuovi costi sotto forma di esternalità dei prezzi, come le azioni dei governi o l’andamento del mercato, che comportano un’aumento dei costi, influenzando il comportamento delle aziende e dei consumatori. |
Cambiamenti nel sistema energetico globale
Da sempre Calvert rileva due rischi principali nel sistema energetico globale primario basato sui combustibili fossili: il rischio geopolitico e la sicurezza dei prodotti legati alle emissioni. Tali rischi creano un potenziale per prodotti innovativi e competitivi per scalzare i combustibili fossili dal ruolo di fonte di energia primaria a livello mondiale. Al momento stiamo assistendo a un’accelerazione degli effetti dirompenti dovuti a un’impennata dei rischi in queste due aree.
In primo luogo, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la "strumentalizzazione" dei combustibili fossili in armi, da parte della Russia e della coalizione occidentale guidata dagli Stati Uniti, hanno creato l’esigenza di rafforzare simultaneamente l’infrastruttura dei combustibili fossili a livello globale e accelerare lo sviluppo di un sistema alternativo, pulito e diffuso che potrà compete con i combustibili fossili come fonte di energia primaria mondiale.
Nella Figura 1 vediamo che i combustibili fossili restano la principale fonte di energia primaria mondiale. Il passaggio a fonti pulite come l’idroelettrico e il nucleare non solo rappresenta una transizione massiccia, che necessiterà di decenni di sforzi e innovazioni, ma costituisce anche una minaccia per molte grandi aziende esistenti.
In secondo luogo, le concentrazioni di anidride carbonica, metano e altri gas serra nell’atmosfera hanno raggiunto livelli che possono incidere sui problemi climatici e ambientali, con un impatto economico rilevante. Di conseguenza, i governi hanno intrapreso azioni volte a stimolare sempre di più lo sviluppo di sistemi basati sulle energie pulite attraverso una serie di incentivi finanziari e instaurando meccanismi che costituiscono influenze esterne sui prezzi.
L’Inflation Reduction Act Bill negli Stati Uniti, il piano industriale del Green Deal e l’imposta sul carbonio dell’UE, come pure lo sviluppo di quadri normativi nei mercati mobiliari globali volti a rendere obbligatorie le informative societarie sulle emissioni, sono tutte iniziative importanti per accelerare lo sviluppo di un sistema basato sull’energia pulita.
Le pressioni geopolitiche e normative che si propongono di attuare una transizione nel nostro sistema energetico devono essere prese in considerazione nelle decisioni di investimento a lungo termine. Benché vi siano chiari contributori e benefattori in settori come quello delle utility, dei metalli e delle estrazioni minerarie, che forniscono prodotti e servizi in grado di favorire direttamente i cambiamenti necessari, tutti i settori dipendono dal sistema energetico e saranno toccati dalla transizione. Le società che dipendono dai combustibili fossili si trovano ad affrontare diversi rischi, ma potrebbero anche sfruttare a proprio vantaggio le numerose aree di potenziale opportunità presenti nel sistema energetico e settori correlati.
L’attuale crisi energetica ha creato un complesso scenario ambientale, sociale e di governance (ESG), in cui si osserva un equilibrio precario tra rischi ambientali di lungo termine e rischi sociali di breve termine. Riteniamo che le aziende dai rendimenti potenzialmente più elevati metteranno in campo le migliori operazioni di sviluppo della categoria, saranno in grado di creare risultati positivi per i vari stakeholder, sapranno gestire i rischi delle filiere produttive e ridurranno al minimo l’esposizione ai cambiamenti politici e normativi avversi in un contesto in costante evoluzione.
Cambiamenti demografici
Negli ultimi decenni si sono verificati grandi cambiamenti che hanno alterato i rischi e le opportunità che le aziende si trovano ad affrontare sul piano del capitale umano. Tali cambiamenti attengono sia al genere che alla razza.
Nei mercati sviluppati, il divario tra la partecipazione femminile e maschile al mercato del lavoro si sta riducendo. Nei paesi dell’OCSE le donne che intraprendono un’istruzione superiore sono ora più numerose degli uomini.
Negli Stati Uniti, abbiamo osservato anche una diversificazione della popolazione complessiva, che si è tradotta in un aumento dei livelli di istruzione per gruppi razziali ed etnici diversi dagli americani bianchi. L’aumento più marcato del livello di istruzione tra il 1997 e il 2017 è stato osservato tra gli indiani d’America o i nativi dell’Alaska, la popolazione ispanica e gli afro-americani.
I maggiori livelli di istruzione e di partecipazione alla forza lavoro da parte delle donne e delle minoranze etniche hanno determinato cambiamenti in termini di composizione complessiva degli organici aziendali e di diversità nei consigli di amministrazione. Tuttavia, non abbiamo ancora visto questi progressi riflettersi anche in un aumento della componente femminile ed etnica nei ruoli esecutivi e dirigenziali. Si tratta di un problema di fondamentale importanza che riguarda le assunzioni, la fidelizzazione, gli avvicendamenti, l’equità delle promozioni e l’equità retributiva dei dipendenti.
Considerato che numerosi studi hanno dimostrato l’esistenza di un collegamento tra la diversità presente nell’organico e la performance aziendale, gli investitori responsabili orientati al lungo termine dovrebbero esigere maggiori informazioni e una più alta trasparenza da parte delle aziende sulle modalità utilizzate per attirare, fidelizzare e promuovere talenti diversificati.
Nel 2022, abbiamo osservato un cambio di regime nei tassi di interesse, determinato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e dalle disfunzioni delle filiere produttive che ne sono seguite. Questo cambiamento di regime ha alterato il costo del capitale per le aziende di tutti i settori e ha fatto precipitare le valutazioni ovunque, tranne che nel settore energetico.
Se da un lato l’aumento dei costi comporta delle sfide per le aziende, dall’altro crea anche maggiori opportunità di differenziazione all’interno dei singoli segmenti dell’economia. Quando i prezzi sono bassi e gli input sono a buon mercato, il payoff per l’alta qualità non è così elevato. Ma nel contesto attuale, la differenza tra le aziende gestite in modo competente e quelle gestite in modo meno brillante si farà più marcata. Le aziende che sanno meglio innovare e gestire in modo più efficace il capitale umano conquisteranno una fetta di mercato più ampia e una maggiore quota di profitti.
Gli investitori responsabili orientati al lungo termine dovranno studiare non solo le aziende che sanno gestire i costi, ma anche quelle che stanno innovando per continuare a crescere ed espandersi nel contesto attuale, segnato da costi elevati.
La Figura 5 ci ricorda che in tutti i settori il debito è andato aumentando negli ultimi decenni. La crescita dei livelli di indebitamento esercita una pressione costante sui tassi di interesse e, di conseguenza, sui costi a carico delle imprese e dei consumatori finali.
Esternalità sui prezzi
Le esternalità possono avere ricadute sociali o ambientali sia positive che negative. Quando le aziende influenzano le loro comunità locali in modo positivo, spingendosi oltre la semplice produzione e la mera creazione di posti di lavoro, gli economisti chiamano tale impatti “esternalità positive”. Le attività di ricerca e sviluppo (R&S) sono un esempio di esternalità positiva. Le aziende, però, producono anche esternalità negative, come nel caso dell’inquinamento. I governi di tutto il mondo stanno manifestando la volontà di intervenire per obbligare le aziende ad affrontare le esternalità, come le emissioni e gli sprechi, facendo pagare tali effetti negativi.
L’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti prevede diversi incentivi per aumentare la generazione di energia da fonti rinnovabili e accelerare l’abbandono dei combustibili fossili. Sebbene la legge preveda più incentivi che sanzioni, gli incentivi aiutano ad imporre un prezzo implicito alle esternalità. E una delle sanzioni più importanti è l’assegnazione di un prezzo esplicito alle emissioni di metano, che rappresentano una delle cause principali del cambiamento climatico. Anche i singoli stati hanno preso provvedimenti. La California e altre giurisdizioni hanno varato una legislazione per assegnare un prezzo alla plastica.
Analogamente, l’Unione Europea sta portando avanti numerose leggi in materia di clima che hanno ripercussioni su economia e investimenti. Tra le azioni recenti e degne di nota da tenere in conto in tema di esternalità, c’è l’accordo per eliminare gradualmente le vendite di nuove auto a combustione interna entro il 2035 e una tassa di frontiera imposta sui prodotti “ad alto contenuto di carbonio”. Anche il Regno Unito ha avviato delle consultazioni per l’introduzione di un’imposta sul carbonio alla frontiera nell’ambito di una più ampia strategia che punta a raggiungere la neutralità carbonica.
La Figura 6 non riflette il lancio da parte della Cina avvenuto nel 2021 del suo mercato nazionale del commercio del carbonio, volto a favorire un controllo più rigoroso delle emissioni e a contribuire alla decarbonizzazione dell’economia cinese. Da allora a oggi, i mercati del carbonio sono arrivati a coprire il 25% delle emissioni globali1.
Non ci sarà solo l’assegnazione di un prezzo alle esternalità ambientali. Stiamo assistendo a un costante aumento dell’attenzione e della consapevolezza, da parte della comunità medica e scientifica, circa le conseguenze sulla salute associate a tabacco, bevande alcoliche e alimenti ultralavorati. Un recente studio sui cosiddetti “determinanti commerciali della salute”, un neologismo coniato per descrivere l’influenza che le aziende hanno su ciò che consumiamo, ha rilevato che i combustibili fossili, il tabacco, le bevande alcoliche e gli alimenti ultralavorati sono la causa di tre quarti di tutti i decessi globali2
Già da diversi anni, su bevande alcoliche e sui prodotti a base di tabacco vengono apposti avvertimenti per la salute. Nel settembre 2022, l’FDA statunitense ha annunciato di voler ricercare e proporre uno schema di etichettatura anche per i prodotti alimentari, così da etichettare chiaramente gli alimenti come salutari o meno. Prevediamo che nei prossimi anni ci saranno ulteriori sforzi per valutare queste esternalità sociali.
Gli investitori responsabili orientati al lungo termine dovrebbero prendere atto di questi cambiamenti, dato che i governi hanno segnalato di non intendere più tenersi in disparte. Anzi, sono pronti a intervenire e a legiferare qualora le aziende non fossero in grado di autoregolamentarsi.
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Chairman
Calvert Research and Management
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