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La fase peggiore del ciclo di politica monetaria è ormai alle spalle?
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ottobre 05, 2023
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ottobre 05, 2023
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La fase peggiore del ciclo di politica monetaria è ormai alle spalle? |
Dopo il robusto rialzo del primo semestre del 2023 i mercati azionari hanno segnato una netta contrazione per il secondo mese consecutivo a fronte del nuovo contesto di volatilità e al rialzo dei tassi d'interesse. L'indice S&P 500 ha perso il 4,8%1 (USD) mentre l’indice MSCI Europe (EUR) ha lasciato sul terreno l'1,5%1. L'indice MSCI Japan (JPY) ha segnato una crescita leggermente positiva dello 0,5%1. Anche i mercati emergenti sono rimasti in territorio negativo e l'MSCI EM (USD) ha lasciato sul terreno il 2,6%1. A livello regionale il mercato britannico ha messo a segno una crescita sostanziale grazie al rialzo del 2,4% registrato dall'indice FTSE 100 (GBP)1 in parte a causa della forte esposizione al settore energetico che ha ricevuto sostegno dall'impennata dei prezzi del petrolio. A settembre il rendimento dei Treasury decennali ha superato di larga misura il 4%, attestandosi al 4,57% a fine mese2, almeno 50 punti base (pb) in più rispetto ai livelli di fine agosto, e registrando la più consistente variazione mensile dell'anno in corso. In scia all'aumento della volatilità, nel mese l'indice VIX ha continuato a guadagnare quota, chiudendo a2 17,6 punti.
Come previsto, i funzionari della Federal Reserve hanno lasciato invariato il tasso di interesse a settembre. Anche se è possibile che la Fed abbia toccato il picco del ciclo di inasprimento per contrastare l’inflazione, i suoi funzionari hanno indicato che sarà probabilmente necessario mantenere i tassi a un livello più alto per un periodo più lungo per tenere a bada l’inflazione finché la crescita economica si mantiene solida. Mentre il mercato tenta di conciliare una politica della Fed di tassi più alti per un periodo prolungato a fronte dei timori di una possibile recessione, non si esclude un altro aumento dei tassi nel 2023. Questo orientamento monetario rischia di causare una lieve recessione nei primi sei mesi del 2024, che però potrebbe anche rivelarsi positiva per i mercati, in quanto non eroderebbe la forza di fondo dell’economia. Inoltre, i mercati potrebbero essere in grado di resistere meglio a una recessione più precoce ma lieve piuttosto che a una tardiva eventualmente accompagnata da un atterraggio duro dell’economia.
I mercati finanziari hanno evitato nuovi picchi di volatilità legati al raggiungimento del tetto del debito negli Stati Uniti grazie all'accordo dell'ultimo minuto tra Repubblicani e Democratici, che ha esteso i finanziamenti statali per altri 45 giorni rinviando la decisione sul bilancio 2024 a metà novembre, quando il Congresso dovrà prendere una decisione in merito al bilancio dell'anno in corso.
A fronte delle minori pressioni sull'economia abbinate a condizioni monetarie ancora restrittive, consigliamo agli investitori di puntare sulla diversificazione* nei prossimi mesi.
Implicazioni per gli investimenti
A settembre non abbiamo effettuato numerose modifiche in chiave tattica e abbiamo mantenuto il nostro posizionamento complessivo poiché abbiamo fiducia nell'esposizione attuale e rimaniamo allineati agli obiettivi di rischio dei portafogli. Manteniamo l'esposizione ai segmenti del mercato che hanno sottoperformato poiché potrebbero recuperare terreno sulla scia di risultati macroeconomici migliori del previsto. Confermiamo la preferenza per il carry rispetto alla duration e abbiamo investito in liquidità alla luce dei rendimenti elevati. A settembre abbiamo anche apportato le seguenti modifiche in chiave tattica:
EURUSD
Abbiamo rivisto al ribasso le nostre stime riguardanti l'esposizione all’EURUSD, pur rimanendo positivi, sulla base della nostra valutazione aggiornata delle prospettive di crescita relativa in UE e USA e delle sfide che l'economia cinese deve affrontare, in quanto non intravediamo più un rialzo sostenuto dell’EURUSD. È probabile che i differenziali di rendimento reali continuino a evolversi a favore degli Stati Uniti, aprendo la strada a un ulteriore indebolimento dell'Euro.
Yen giapponese
Abbiamo inoltre riveduto la nostra stima sullo JPY adottando una posizione neutrale in quanto riteniamo che la Banca del Giappone probabilmente deluderà il mercato con la decisione di non modificare la politica monetaria nel breve termine.
La performance dell’indice è riportata esclusivamente a solo scopo illustrativo e non intende rappresentare la performance di alcun investimento specifico. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Si rimanda alla sezione Informazioni importanti per le definizioni degli indici.
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