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La svolta restrittiva della Fed: l’inflazione non è più “transitoria”
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dicembre 10, 2021
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La svolta restrittiva della Fed: l’inflazione non è più “transitoria” |
I mercati globali hanno accusato una forte flessione davanti alla diffusione della nuova variante Omicron del Covid. Prima dell’episodio di volatilità del 26 novembre, i mercati si erano mossi al rialzo nel corso del mese, pur denotando una minor dinamicità rispetto ai recuperi precedenti. Di conseguenza, gli indici S&P 500 e MSCI Europe hanno chiuso il mese in ribasso rispettivamente del -0,7% (USD) e -2,5% (EUR).1 L’indice MSCI Japan è sceso del -2,9% (JPY) nel periodo.1 L’indice MSCI Emerging Markets ha subito un colpo ancora più duro, scendendo del -4,1% (USD).1
Il settore energia, quello che più aveva brillato quest’anno, ha incontrato difficoltà, esibendo la performance mensile settoriale peggiore di tutte, evidenziata dal ribasso del -6,9% (USD)1. Dopo un periodo di volatilità relativamente contenuta, il VIX è balzato a 28,62 il giorno in cui è stata annunciata la variante Omicron, rimanendo poi elevato fino alla fine del mese. Non è ancora chiaro quanto sia grave la nuova variante e se i vaccini assicureranno una difesa adeguata. Tuttavia, l’incertezza è stata un catalizzatore sufficiente per causare un arretramento.
I tassi d’interesse sono probabilmente destinati ad aumentare, ma solo in misura moderata
I toni dell’intervento al Senato del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, sono stati sorprendentemente restrittivi, nonostante l’aver riconosciuto il rischio insito nella variante Omicron. Le parole di Powell, secondo cui non è più corretto utilizzare il termine “transitoria” per descrivere l’inflazione, hanno conseguentemente generato una reazione negativa da parte dei mercati. Infatti, se ci dovessero essere ulteriori chiusure dei porti e problemi dal lato dell’offerta a causa di questa nuova variante, l’inflazione si potrebbe inasprire. Ci attendiamo un aumento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, ma solo in misura moderata, poiché prevedibilmente la Fed punterà a ridurne al minimo l’impatto sui mercati. Tuttavia, in questo contesto di rischio più elevato, una normalizzazione dei tassi, che non sconvolga i mercati, ma che contrasti efficacemente le pressioni inflazionistiche, sta diventando sempre più difficile da raggiungere.
I problemi delle filiere produttive globali dureranno ancora a lungo?
Molti si stanno chiedendo quando finalmente verranno alleviati i problemi che hanno interessato le filiere produttive per buona parte del 2021, causati dall’azione concomitante della domanda generata dalla pandemia e dai colli di bottiglia logistici. Indagini settoriali rivelano che secondo il 50% degli intervistati sarà necessario attendere fino alla fine del primo semestre del 2022 per una normalizzazione, mentre per il 33% questa arriverà solo alla fine del 2022.3
Implicazioni per gli investimenti
Guardando al futuro, le incertezze sulle modalità e tempistiche di riduzione dei programmi di stimolo della Fed suggeriscono di mantenere un’esposizione al rischio prudente. Dopo aver limato il nostro sovrappeso nel segmento value a settembre, abbiamo limato il nostro sovrappeso anche nel segmento growth a novembre. Abbiamo, inoltre, ridotto l’esposizione al settore energia e rafforzato, in chiave tattica, le posizioni azionarie nei titoli delle società Internet cinesi.
Energia globale
Da gennaio 2021 siamo in sovrappeso nell’energia globale. Abbiamo implementato questo posizionamento nell’ambito della nostra rotazione verso i settori ciclici e value. All’epoca, i titoli energetici statunitensi ed europei venivano scambiati con uno sconto rispetto al mercato più ampio, ma i fondamentali stavano migliorando. Da allora, il settore ha registrato un forte rialzo e, nonostante le recenti difficoltà, è tuttora il settore con i rendimenti migliori da inizio anno, come evidenziato dal 32,2% (USD) dell’MSCI ACWI Energy.4. Poiché il governo degli Stati Uniti sta intervenendo per frenare l’aumento dei prezzi del greggio, la tendenza al rialzo potrebbe presto giungere al capolinea. Di conseguenza, abbiamo ridotto le posizioni per operare una presa di profitto.
Azioni di società Internet cinesi
A settembre 2021 siamo passati a una posizione di modesto sovrappeso nelle azioni internet cinesi, tenendo conto dei solidi fondamentali, della stabilizzazione del quadro normativo meno favorevole e delle valutazioni interessanti (calo di oltre il 50% dal picco del febbraio 2021)5. Abbiamo rafforzato questa posizione, poiché dovremmo essere in prossimità del minimo del ciclo normativo e le valutazioni rimangono interessanti.
Posizionamento tattico
Seguono i nostri giudizi tattici:
Fonte: Team GBaR di MSIM; dati al 30 novembre 2021. A solo scopo informativo e non da intendersi come una raccomandazione o un’offerta per l’acquisto o la vendita di valori mobiliari o l’adozione di una qualsiasi strategia d’investimento. I giudizi tattici di cui sopra riflettono in linea di massima le opinioni e le implementazioni del nostro team e vengono riportati a scopo di comunicazione con i clienti. Le informazioni riportate nel presente documento non tengono conto degli obiettivi finanziari, della situazione o delle esigenze specifiche dei singoli investitori.
CONSIDERAZIONI SUI RISCHI
Non vi è alcuna garanzia che l’obiettivo d’investimento della Strategia venga raggiunto. I portafogli sono esposti al rischio di mercato, ovvero alla possibilità che il valore di mercato dei titoli detenuti dal portafoglio diminuisca e che il valore delle azioni del portafoglio sia conseguentemente inferiore all’importo pagato dall’investitore per acquistarle. I valori di mercato possono cambiare quotidianamente a causa di eventi economici e di altro tipo (ad es. catastrofi naturali, crisi sanitarie, terrorismo, conflitti e disordini sociali) che influenzano i mercati, i Paesi, le aziende o i governi. È difficile prevedere le tempistiche, la durata e i potenziali effetti negativi (ad esempio la liquidità del portafoglio) degli eventi. Di conseguenza, l’investimento in questo portafoglio può comportare una perdita per l’investitore. Inoltre, la strategia può essere esposta ad alcuni rischi aggiuntivi. Esiste il rischio che, in base alle effettive condizioni di mercato, la metodologia e le ipotesi di asset allocation elaborate dal Consulente per i portafogli sottostanti si rivelino errate e che il portafoglio non raggiunga il suo obiettivo d’investimento. I corsi azionari tendono inoltre a essere volatili e la possibilità di subire perdite è significativa. Gli investimenti del portafoglio in certificati legati alle materie prime comportano rischi notevoli, ivi compreso il rischio di un sensibile deprezzamento del capitale investito. In aggiunta ai rischi inerenti alle materie prime, tali investimenti sono esposti a rischi specifici, quali il rischio di perdita di capitale e interessi, l’assenza di un mercato secondario e il rischio di livelli superiori di volatilità, che non interessano i tradizionali titoli azionari e di debito. Leoscillazioni dei cambi potrebbero annullare i guadagni generati dagli investimenti o accentuare le perdite. I titoli obbligazionari sono soggetti alla capacità dell’emittente di rimborsare puntualmente capitale e interessi (rischio di credito), alle variazioni dei tassi d’interesse (rischio di tasso d’interesse), al merito di credito dell’emittente e alle condizioni generali di liquidità del mercato (rischio di mercato). In un contesto di tassi d’interesse in rialzo, i corsi obbligazionari possono calare e dar luogo a periodi di volatilità e a maggiori richieste di rimborso. In un contesto di calo dei tassi d’interesse, il Portafoglio potrebbe generare un reddito inferiore. I titoli con scadenze più lunghe possono essere maggiormente sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse. Le azioni e i titoli esteri risentono in genere di una maggiore volatilità rispetto agli strumenti obbligazionari e sono soggetti a rischi di cambio, politici, economici e di mercato. Le quotazioni tendono a oscillare in risposta a eventi specifici in seno a una determinata società. I titoli delle società a bassa capitalizzazione comportano rischi particolari, come l’esiguità delle linee di prodotto, dei mercati e delle risorse finanziarie, e possono registrare una maggiore volatilità di mercato rispetto a quelli di società più consolidate di dimensioni maggiori. I rischi associati agli investimenti nei mercati emergenti sono maggiori di quelli associati agli investimenti nei mercati sviluppati esteri. Le azioni degli exchange traded funds (ETF) comportano molti dei rischi associati agli investimenti diretti in azioni ordinarie od obbligazioni e il loro valore di mercato oscilla al variare del valore dell’indice sottostante. Investendo in ETF e in altri Fondi d’investimento, il portafoglio assorbe sia le proprie spese che quelle degli ETF e dei Fondi d’investimento nei quali investe. La domanda e l’offerta di ETF e dei Fondi d’investimento potrebbero non essere correlate a quelle dei titoli sottostanti. Gli strumenti derivati possono essere illiquidi, possono amplificare le perdite in maniera sproporzionata e incidere negativamente sulla performance del portafoglio. Un contratto a termine su valute è uno strumento di copertura che non implica alcun pagamento anticipato. L’uso della leva finanziaria può accentuare la volatilità del Portafoglio.
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Managing Director
Global Balanced Risk Control Team
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