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Rally da mercato ribassista?
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agosto 09, 2022
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agosto 09, 2022
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Rally da mercato ribassista? |
A luglio i principali mercati sviluppati hanno mostrato dinamiche positive, registrando la migliore performance mensile dell’anno nonostante l’economia statunitense in una recessione tecnica. L’S&P 500 (TR) (USD) ha guadagnato il 9,2%, seguito dall’MSCI Europe (TR) (EUR) che ha guadagnato il 7,6%, mentre l’MSCI Japan (TR) (JPY) ha chiuso in rialzo del 4,0%1. I mercati emergenti non hanno ricevuto la stessa spinta, con l’indice MSCI Emerging Markets (USD) lievemente in calo al -0,2%1. L’ultima settimana di luglio ha registrato una flessione generalizzata dei rendimenti su scala globale. I rendimenti dei Treasury decennali sono scesi dal 3%2 3 per la fine del mese. Anche l’indice VIX è calato chiudendo a 213.
Nonostante l’indice dei prezzi al consumo (IPC) USA abbia sorpreso al rialzo al 9,1%4, sembra che gran parte del pessimismo riguardante le prospettive dell’inflazione sia già scontato nei prezzi. I dati mostrano che la domanda potrebbe calare come già successo per la benzina,5 poiché i consumatori avvertono l’impatto dell’inflazione elevata e di un rallentamento dell’economia. La recessione tecnica, con il prodotto interno lordo (PIL) statunitense che si sposta in territorio negativo per il secondo trimestre consecutivo a -0,9% (T2 2022)6, non ha scoraggiato i mercati che hanno messo a segno un rally. La Federal Reserve ha aumentato i tassi di 75 bp in linea con le aspettative7, e nella stessa settimana, i mercati hanno percepito che le politiche restrittive hanno raggiunto il picco. Restando negli USA, osserviamo che gli utili del secondo trimestre hanno battuto le aspettative e che le previsioni per il prossimo trimestre sembrano meno negative di quanto non temesse il mercato. Tuttavia, sebbene sia stato osservato un forte calo delle valutazioni, non riteniamo che le azioni abbiano scontato le revisioni al ribasso degli utili. A seconda della portata della decelerazione in arrivo, le nostre stime indicano che gli utili per l’indice S&P 500 dovrebbero ridursi del 12-19% rispetto ai livelli attuali8. Questo conferma la nostra tesi secondo la quale il recente rally dei mercati sviluppati rappresenta un recupero nel contesto di una fase ribassista. Pertanto potremmo registrare ulteriori ribassi.
Implicazioni per gli investimenti
Nel corso del mese abbiamo mantenuto il nostro posizionamento difensivo poiché riteniamo che le revisioni al ribasso degli utili rappresenteranno il prossimo grande problema per i titoli azionari globali. Anche la nostra esposizione obbligazionaria complessiva è rimasta invariata, in un contesto di elevata inflazione, rialzo dei tassi, persistenti timori geopolitici e crescenti minacce alla crescita globale. Tuttavia, nella componente azionaria, obbligazionaria e delle materie prime, abbiamo apportato diverse modifiche in chiave tattica:
Energia
Abbiamo ridotto il nostro sovrappeso nei titoli energetici. Se da un lato persistono le difficoltà sul fronte dell’offerta per i produttori statunitensi, dall’altro negli USA il calo della domanda è evidente. Con il progressivo rallentamento della crescita globale, è probabile un intensificarsi delle difficoltà di ordine ciclico con ripercussioni negative per i prezzi petroliferi e per il settore dell’energia.
Azionario del Regno Unito, value e growth
Nell’azionario del Regno Unito siamo passati da una posizione di sovrappeso, che mantenevamo da febbraio 2022, a un’esposizione neutrale e allo stesso modo siamo passati da un posizionamento di sovrappeso a neutrale nelle azioni value. In entrambi i casi, le dinamiche del ciclo economico giustificano una riduzione dell’esposizione ciclica. Viceversa, abbiamo assunto posizioni nell’azionario in generale per mantenere un’esposizione azionaria stabile. Per i portafogli che detengono fondi attivi, abbiamo continuato a ridurre le allocazioni nei comparti attivi con orientamento growth.
Azioni A cinesi
Abbiamo incrementato il nostro sovrappeso nelle Azioni A cinesi, assunto inizialmente nel giugno 2022, poiché restiamo dell’idea che dovrebbero beneficiare del miglioramento delle prospettive di crescita e del contesto delle politiche monetarie favorevoli, mentre il resto del mondo si confronta con una stretta monetaria e con il rallentamento della crescita.
Materie prime
Siamo passati da un sovrappeso a un posizionamento neutrale nelle materie prime a causa del rallentamento della crescita e di segnali di un minore squilibrio domanda/offerta. Abbiamo operato una presa di profitti su questa posizione, detenuta dall’inizio di febbraio 2022. Inizialmente si trattava di una copertura diretta verso un’escalation delle tensioni tra Russia e Ucraina. In seguito l’abbiamo mantenuta vista la scarsità dell’offerta.
Agricoltura
Dopo aver aperto la posizione all’inizio di maggio, siamo passati dal sovrappeso a un posizionamento neutrale sulle materie prime agricole. Il fatto che le scorte siano superiori al previsto ha sfavorito i prezzi nel secondo semestre.
Oro
Abbiamo ridotto il nostro sovrappeso nell’oro. Il potenziale di rialzo nel breve termine è limitato in base al rapporto di lunga data di questo metallo con i rendimenti reali e alla nostra previsione secondo la quale i rendimenti reali dovrebbero restare in territorio positivo.
Credito investment grade europeo
Nel credito investment grade europeo siamo passati da un posizionamento neutrale a un sovrappeso. Gli spread sembrano scontare già un sostanziale rallentamento della crescita. Questo, sommato ai rendimenti leggermente convenienti dei Bund tedeschi, dovrebbe determinare un rapporto rischio/rendimento più favorevole poiché l’economia globale si trova nella fase finale del ciclo.
High yield USA
Siamo passati da un posizionamento neutrale a un sottopeso nell’high yield USA nutrendo previsioni caute sulla crescita e sui consumi statunitensi. Riteniamo che l’high yield USA possa risentire maggiormente di un potenziale shock economico nei prossimi mesi rispetto al credito di qualità superiore.
Euro (EUR)
Siamo passati da una posizione di sottopeso a un posizionamento neutrale poiché l’euro sta scontando le previsioni ribassiste sulla crescita nell’Eurozona e poiché potremmo aver raggiunto il picco dei timori riguardo all’offerta di gas russo. I prezzi energetici continueranno probabilmente a essere elevati e a spingere la Banca Centrale Europea (BCE) a mantenere un orientamento restrittivo nei prossimi mesi. Questo dovrebbe sostenere i differenziali dei tassi d’interesse che stanno già sottintendendo un apprezzamento del cambio EUR/USD. Poiché i rischi al ribasso sono probabilmente già ampiamente scontati nei prezzi nell’Eurozona, l’euro potrebbe iniziare a tornare ai fondamentali nel secondo semestre del 2022.
Yen giapponese (JPY)
Siamo passati in un primo momento da un sottopeso al posizionamento neutrale e successivamente a una posizione di sovrappeso poiché il rischio di ribasso dello yen giapponese rispetto al dollaro USA sembra sempre più limitato. I differenziali dei tassi di interesse, i prezzi petroliferi e altri fattori fondamentali indicano che lo yen giapponese è sottovalutato.
Posizionamento tattico
Seguono i nostri giudizi tattici:
CONSIDERAZIONI SUI RISCHI
Non vi è alcuna garanzia che l’obiettivo d’investimento della Strategia venga raggiunto. I portafogli sono esposti al rischio di mercato, ovvero alla possibilità che il valore di mercato dei titoli detenuti in portafoglio diminuisca e che il valore delle azioni del portafoglio sia conseguentemente inferiore all’importo pagato dall’investitore per acquistarle. I valori di mercato possono cambiare quotidianamente a causa di eventi economici e di altro tipo (ad es. catastrofi naturali, crisi sanitarie, terrorismo, conflitti e disordini sociali) che interessano mercati, paesi, aziende o governi. È difficile prevedere le tempistiche, la durata e i potenziali effetti negativi (ad esempio la liquidità del portafoglio) degli eventi. Di conseguenza, l’investimento in questo portafoglio può comportare una perdita per l’investitore. Inoltre, la strategia può essere esposta ad alcuni rischi aggiuntivi. Esiste il rischio che, in base alle effettive condizioni di mercato, la metodologia e le ipotesi di asset allocation elaborate dal Consulente per i portafogli sottostanti si rivelino errate e che il portafoglio non raggiunga il suo obiettivo d’investimento. I corsi azionari tendono inoltre a essere volatili e la possibilità di subire perdite è significativa. Gli investimenti del portafoglio in certificati legati alle materie prime comportano rischi notevoli, ivi compreso il rischio di un sensibile deprezzamento del capitale investito. In aggiunta ai rischi inerenti alle materie prime, tali investimenti sono esposti a rischi specifici, quali il rischio di perdita di capitale e interessi, l’assenza di un mercato secondario e il rischio di livelli superiori di volatilità, che non interessano i tradizionali titoli azionari e di debito. Le oscillazioni dei cambi potrebbero annullare i guadagni generati dagli investimenti o accentuare le perdite. I titoli obbligazionari sono soggetti alla capacità dell’emittente di rimborsare puntualmente capitale e interessi (rischio di credito), alle variazioni dei tassi d’interesse (rischio di tasso d’interesse), al merito di credito dell’emittente e alle condizioni generali di liquidità del mercato (rischio di mercato). In un contesto di tassi d’interesse in rialzo, i corsi obbligazionari possono calare e dar luogo a periodi di volatilità e a maggiori richieste di rimborso. In un contesto di calo dei tassi d’interesse, il portafoglio potrebbe generare un reddito inferiore. I titoli con scadenze più lunghe possono essere maggiormente sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse. Le azioni e i titoli esteri risentono in genere di una maggiore volatilità rispetto agli strumenti obbligazionari e sono soggetti a rischi di cambio, politici, economici e di mercato. Le quotazioni tendono a oscillare in risposta a eventi specifici in seno a una determinata società. I titoli delle società a bassa capitalizzazione comportano rischi particolari, come l’esiguità delle linee di prodotto, dei mercati e delle risorse finanziarie, e possono registrare una maggiore volatilità di mercato rispetto a quelli di società più consolidate di dimensioni maggiori. I rischi associati agli investimenti nei mercati emergenti sono maggiori di quelli associati agli investimenti nei mercati sviluppati esteri. Le azioni degli exchange traded funds (ETF) comportano molti dei rischi associati agli investimenti diretti in azioni ordinarie od obbligazioni e il loro valore di mercato oscilla al variare del valore dell’indice sottostante. Investendo in ETF e in altri Fondi d’investimento, il portafoglio assorbe sia le proprie spese che quelle degli ETF e dei Fondi d’investimento nei quali investe. La domanda e l’offerta di ETF e dei Fondi d’investimento potrebbero non essere correlate a quelle dei titoli sottostanti. Gli strumenti derivati possono essere illiquidi, amplificare le perdite in misura più che proporzionale e avere un impatto negativo potenzialmente consistente sulla performance del Portafoglio. Un contratto a termine su valute è uno strumento di copertura che non implica alcun pagamento anticipato. L’uso della leva finanziaria può accentuare la volatilità del Portafoglio.
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Managing Director
Global Balanced Risk Control Team
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